Roma, 28 ott. (askanews) – Il presidente destituito del governo catalano, Carles Puigdemont, ha evitato di dire chiaramente se accetta le misure prese dal governo di Madrid nell’ambito dell’articolo 155 della costituzione spagnola, pubblicate nella Gazzetta ufficiale, che comprendono la sua destituzione e quella dei consiglieri del governo regionale e la convocazione di elezioni regionali in Catalogna il 21 dicembre.
Puigdemont ha reclamato una “opposizione democratica” all’applicazione dell’articolo 155, in un messaggio registrato da Girona, dove risiede e trasmesso dalla rete tv pubblica catalana Tv3. “In una società democratica sono i parlamenti che eleggono o destituiscono i presidenti” ha detto Puigdemont, che ha promesso di continuare a “lavorare per un Paese libero”.
“Il modo migliore di difendere ciò che abbiamo ottenuto è l’opposizione democratica all’applicazione dell’articolo 155” ha detto Puigdemont. Nella sua prima apparizione pubblica da quando è stato destituito da presidente della Catalogna, con a fianco la bandiera catalana e quella Ue, non ha chiarito se si considera presidente della nuova repubblica che non è riconosciuto da Madrid o all’estero.
In una copia del discorso ottenuta da Afp si firma “presidente del governo catalano”, segnalando che si considera ancora presidente del governo regionale, ma non si firma come presidente della repubblica catalana proclamata ieri.
Puigdemont ha chiesto anche ai catalani di difendere la repubblica proclamata dal parlamento regionale. “Dobbiamo continuare a difendere la fase in cui siamo entrati con un instancabile senso di responsabilità e impegno pacifico”.
“Prigione per Puigdemont”, hanno invece scandito migliaia di persone a Madrid, riunite nella Plaza Colon sotto una bandiera spagnola gigante.
“E’ una disgrazia quanto è accaduto in Catalogna, e una disgrazia quanto è accaduto dopo”, ha detto Carlos Fernandez, un ingegnere minerario di 41 anni. “Siamo qui per dimostrare la nostra unità, per proclamare che ci riprenderemo la Catalogna”, gli ha fatto eco un altro partecipante. Riferendosi allo slogan “Prigione per Puigdemont”, ha aggiunto: “Non ci fermeremo finché avremo visto tutti i leader separatisti in prigione”. I magistrati spagnoli hanno annunciato che la prossima settimana incrimineranno Puigemont per “ribellione” – un crimine punibile con anche 30 anni di reclusione.
Cam