Erevan, 3 apr. (askanews) – Il partito di governo in Armenia si prepara a vincere le prime elezioni parlamentari dall’adozione della riforma costituzionale che ha trasformato l’ordinamento politico del Paese in repubblica parlamentare. Dopo lo spoglio del 50,4% delle schede la commissione elettorale centrale ha detto che il partito repubblicano del presidente Serzh Sarkisian, filorusso, è in vantaggio sulla formazione guidata dal magnate Gagik Tsarukyan, 50,43% a 28,29%. “In base ai primi risultati elettorali il partito repubblicano ha ogni probabilità di formare il nuovo governo” ha detto il portavoce del partito Eduard Sharmazanov. Dashnaktsutyun, un partito nazionalista, ha ottenuto il 6,88% e si prepara a entrare in Parlamento. L’affluenza è stata del 60,86%.
L’Occidente considera il voto di ieri un importante test democratico per il Paese stretto tra Anatolia e Caucaso che nella storia non ha mai trasferito il potere all’opposizione attraverso le urne. Sarkisian ha detto che il suo governo “ha fatto sforzi enormi perchè questo voto fondamentale non fosse problematico”.
La violenza esplose a seguito della sua elezione nel 2008, quando 10 persone furono uccise negli scontri tra polizia e opposizione. E i politici di opposizione hanno riferito di violazioni ai seggi dopo aver avvertito prima delle elezioni che il governo preparava brogli di massa. “Abbiamo registrato numerose violazioni ai seggi, violazioni della segretezza del voto e voti multipli” ha detto Hovsep Khurshudyan, leader di Ohanyan-Raffi-Oskanyan, coalizione di opposizione.
Prima del voto la delegazione Ue in Armenia e l’ambasciata Usa in Armenia avevano dichiarato di essere “preoccupati per le accuse di intimidazione degli elettori, di tentativi di compravendita di voti, di uso sistematico delle risorse amministrative per aiutare alcuni partiti in lizza”.
Il voto segue la riforma della costituzione promossa da Sarkisian nel 2015, che secondo i suoi oppositori mira a perpetuare la permanenza al potere del Partito repubblicano, alla guida del Paese da vent’anni. Dal 2018, alla fine del secondo e ultimo mandato di Sarkisian, l’Armenia passerà dal presidenzialismo al parlamentarismo. L’opposizione sostiene che le modifiche sono state studiate per permettere a Sarkisian, 62 anni, di conservare la presa sul potere. Sarkisian nega e dice che le modifiche” rientrano nel processo di democratizzazione del Paese”. Il presidente ha già detto che resterà “attivo” nella politica armena restando alla guida del suo partito.
La campagna è stata centrata su promesse populiste, sotto gli slogan “lavoro, salari, pensioni” ha detto all’Afp Gevorg Poghosyan, sondaggista dell’Associazione dei sociologi armeni. “E’ quel che importa agli elettori” in un Paese dove il 30% vive sotto la soglia ufficiale della povertà. Tsarukyan ha costruito la sua campagna su generose promesse di tagli alle tariffe del gas e dell’elettricità e di aumenti dei salari pubblici e delle pensioni.
In gara per i 101 seggi del parlamento, assegnati con un sistema proporzionale c’erano cinque partiti e quattro coalizioni. La soglia di sbarramento per un singolo partito è al cinque per cento, per una coalizione al sette per cento.
(fonte Afp)