Roma, 2 apr. (askanews) – Un accordo che punta a mettere sotto controllo i 5mila chilometri di frontiere meridionali della Libia, dove viene fatto passare il flusso dei migranti dell’Africa subsahariana che puntano ad arrivare in Europa attraverso il pericoloso attraversamento del Mar mediterraneo. Questo è quanto è stato firmato venerdì a Roma dai rappresentati delle tribù, dopo una maratona negoziale tenuta segreta e durata 72 ore. Lo ha confermato oggi il Viminale.
“Sarà operativa una guardia di frontiera libica per sorvegliare i confini a sud della Libia su 5mila chilometri di confine. Mentre a Nord contro gli scafisti sarà operativa la guardia costiera libica, addestrata dalle nostre forze, che dal 30 aprile sarà dotata delle 10 mmotovedette che stiamo loro finendo di ristrutturare”, ha detto al quotidiano La Stampa il ministro dell’Interno Marco Minniti.
Al tavolo riunito a Roma hanno preso parte una sessantina di capi di clan, compresi i capi della comunità Tebu, quelli della tribù Suleiman e i Tuareg. Era presente anche un rappresentante del governo libico di accordi nazionale, che ha base a Tripoli.
Il sud libico è un’area desertica che sfugge al controllo di Tripoli. Confine con l’Algeria, il Niger e il Ciad. Dopo la caduta di Muammar Gheddafi, nell’area si è combattuta una guerra tra la comunità Tebu e diverse tribù arabe per il controllo dei traffici transfrontalieri, che comprendono anche migranti, droga e armi.
Secondo Minniti, “sigillare la frontiera a Sud della Libia, significa sigillare la frontiera a Sud dell’Europa”. Per questo motivo, l’accordo potrebbe segnare una svolta nella politica di contrasto ai traffici di esseri umani.
(Con fonte Afp)