Roma, 3 nov. (askanews) – Nella prima metà di quest’anno la ripresa è proseguita in tutte le aree del Paese, i vari shock che hanno colpito l’economia hanno avuto effetti simili fra le diverse macroaree, ma al tempo stesso non vi sono segnali di riduzione dei divari territoriali. Lo rileva la Banca d’Italia nel rapporto “L’economia delle regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti strutturali”, avvertendo che l’inflazione è fortemente salita nel Paese, risentendo principalmente del rincaro dei beni energetici. L’eterogeneità territoriale negli andamenti dell’inflazione si è accentuata nel 2022, con una perdita di potere d’acquisto più marcata nel Nord Est e nelle Isole, prosegue lo studio. Intanto i rincari di energia e materie prime hanno determinato un significativo aumento dei costi di produzione delle imprese. E circa la metà delle aziende industriali del Nord vi ha fatto fronte aumentando i prezzi di vendita. Le imprese dei servizi, invece, hanno più spesso rinegoziato i contratti di fornitura, ridotto i livelli di attività e compresso i margini. Secondo Bankitalia il credito alle aziende del Centro Nord ha accelerato, principalmente per effetto del rafforzamento dei finanziamenti alle imprese medio-grandi. I finanziamenti alle aziende dei dieci comparti a più elevato consumo di energia si sono ampliati in tutte le aree del Paese rispetto a un anno prima. L’aumento è stato più intenso nel Nord Est e al Centro. I rincari, tuttavia, non si sono riflessi sulla capacità di rimborso dei prestiti di queste imprese. Guardando alle famiglie, nel primo semestre di quest’anno i rincari dei beni energetici hanno colpito soprattutto le fasce meno abbienti. Secondo l’istituzione di Via Nazionale la povertà energetica, significativamente più alta nel Sud e nelle Isole, “tenderebbe ad aggravarsi”.
Bankitalia: ripresa prosegue ma caro energia tocca imprese e famiglie
Significativo aumento costi produzione. Si agrava povertà energetica