Milano, 28 ott. (askanews) – Una decisione “ambiziosa e senza precedenti”, che farà dell’Unione Europa “la prima e unica regione al mondo a diventare completamente elettrica”. Così il presidente di Acea e Ceo di Bmw Oliver Zipse, sull’accordo raggiunto ieri sera da Commissione, Consiglio e Parlamento europei sullo stop ad auto e furgoni benzina e diesel dal 2035. “Non illudetevi, l’industria automobilistica europea è all’altezza della sfida di produrre auto e furgoni a emissioni zero”, ha affermato Zipse. “Tuttavia, ora siamo ansiosi di vedere le condizioni essenziali per raggiungere questo obiettivo riflesse nelle politiche dell’Ue. Queste includono un’abbondanza di energia rinnovabile, una rete infrastrutturale di ricarica privata e pubblica adeguata e l’accesso alle materie prime”. Grazie ai continui investimenti dell’industria, l’anno scorso un’auto nuova su cinque venduta nell’Ue era “alla spina”. Entro il 2030 si prevede che questo numero salirà a tre auto su cinque, mettendo l’Ue davanti a tutte le altre regioni del mondo. Le case automobilistiche sono pronte a collaborare con i responsabili politici dell’Ue per affrontare le sfide sociali e industriali che questa trasformazione comporta. “Ora dobbiamo lavorare insieme su politiche che garantiscano l’accesso alle materie prime necessarie per la mobilità elettrica, rendano le auto elettriche prodotti per il mercato di massa a prezzi accessibili, mitighino le conseguenze negative sull’occupazione e consentano ai cittadini europei di caricare il proprio veicolo elettrico in modo rapido e semplice”, ha affermato il direttore generale dell’Acea, Sigrid de Vries. In particolare l’Europa deve costruire catene di approvvigionamento resilienti, soprattutto quando si tratta di parti critiche come batterie e materie prime. In caso contrario, i produttori di veicoli dell’Ue saranno in notevole svantaggio rispetto ai loro competitor di altre regioni, in particolare alla luce dell’impennata dei prezzi dell’energia. I membri dell’Acea chiedono una “revisione intermedia” del regolamento sulla CO2 per valutare se sono stati compiuti progressi sufficienti negli sviluppi del mercato, nella diffusione delle infrastrutture, nella disponibilità di materie prime e nell’accessibilità economica dei veicoli. In particolare l’accessibilità economica rischia di diventare un ostacolo a causa dell’inflazione in aumento e del prezzo delle batterie in crescita per la prima volta in oltre un decennio. I decisori politici devono inoltre affrontare anche le questione delle emissioni prodotte dall’attuale parco circolante. Infine, Acea prende atto che l’accordo finale contiene riferimenti a un possibile ruolo dei combustibili rinnovabili nel settore dei trasporti. “Riteniamo che l’apertura tecnologica rimanga essenziale per mantenere l’agilità per rispondere alle diverse esigenze e adattarsi alle mutevoli circostanze. Come dimostra l’attuale crisi energetica, la diversificazione è essenziale per migliorare la resilienza dell’Europa”, ha concluso De Vries.
Acea, Zipse: Ue deve creare condizioni per mobilità a zero emissioni
Servono rinnovabili, colonnine di ricarica e materie prime