Mobilità Milano, 28 mar. (askanews) – Per la mobilità elettrica entro il 2030 sarebbero necessari fino a 6,8 milioni di punti di ricarica pubblici in tutta l’UE per raggiungere la riduzione del 55% di CO2 proposta per le autovetture. Una cifra quasi doppia rispetto a quella avanzata dalla Commissione europea nella sua proposta di regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFIR), che è ora in discussione al Parlamento europeo e al Consiglio. E’ quanto emerge da una nuova ricerca McKinsey, diffusa dall’Acea, l’Associazione dei costruttori europei che esprime “serie preoccupazioni” per il lento sviluppo delle infrastrutture necessarie per la ricarica dei veicoli elettrici. Secondo la ricerca, nell’Ue bisognerebbe installare fino a 14mila punti di ricarica alla settimana, rispetto ai meno di 2mila di oggi. “La transizione verso lo zero è una corsa a lungo termine”, ha dichiarato Oliver Zipse, Presidente di Acea e Ceo del gruppo Bmw “La sfida chiave ora è convincere tutti gli Stati membri ad accelerare la distribuzione dell’infrastruttura richiesta. Abbiamo assolutamente bisogno di una conclusione ambiziosa della proposta AFIR, sia in termini di tempistica che di obiettivi che fissa per ciascun Paese dell’UE”. Gli investimenti in stazioni di ricarica rappresentano solo una frazione degli investimenti totali in progetti infrastrutturali comparabili e porterebbero enormi benefici ambientali. La ricerca stima i costi annuali per le infrastrutture di ricarica pubbliche in 8 miliardi di euro, circa il 16% degli investimenti in 5G e reti Internet ad alta velocità. Le vendite di auto a ricarica elettrica sono aumentate di 10 volte negli ultimi cinque anni, raggiungendo 1,7 milioni di unità l’anno scorso (o il 18% del mercato totale). Il numero di stazione di ricarica pubbliche nell’Ue è cresciuto di 2,5 volte nello stesso periodo. L’Automotive e le aziende energetiche e di infrastrutture di ricarica hanno rivolto un appello congiunto al Parlamento e al Consiglio Europeo affinché adottino misure per accelerare la transizione verso una mobilità a zero emissioni. Le posizioni, lo spazio e i livelli di potenza necessari per le infrastrutture dei veicoli pesanti sono sostanzialmente diversi da quelli delle autovetture. Secondo la ricerca, i camion richiederanno 279.000 punti di ricarica entro il 2030, di cui l’84% sarà negli hub delle flotte. I restanti punti di ricarica saranno prevalentemente pubblici, veloci lungo l’autostrada (36.000) e pubblici notturni (9.000).
Acea: raddoppiare obiettivi Ue di colonnine per auto elettriche
Servono 6,8 mln punti ricarica al 2030, 14mila a settimana