Roma, 2 apr. (askanews) – Né coronabond, né eurobond, né bond per la ricostruzione, né fondi economici di emergenza: per far fronte alla risi del coronavirus l’Olanda propone ora una “donazione” – di entità peraltro rimasta nel vago – a favore dei Paesi più colpiti come la Spagna e l’Italia. “Nessun prestito ma una donazione” ha spiegato il premier Mark Rutte ai suoi parlamentari, per un ammontare che fonti del Financial Times indicano fra i 10 e i 20 miliardi di euro; quindi, l’Aia sembrerebbe scartare anche l’ipotesi di un utilizzo del Fondo di Stabilità.
Rutte ha inoltre sottolineato che la donazione verrebbe destinata a colpire i costi sanitari, ma non economici, dell’epidemia e la relativa proposta sarebbe già stata presentata all’Unione Europea. Il governo francese da parte sua sta invece vagliando come soluzione di compromesso la creazione di un fondo di salvataggio speciale, della durata di cinque o al massimo dieci anni, destinato ad alleviare le conseguenze economiche del coronavirus e che non esclude il contemporaneo ricorso al fondo di stabilità.
I ministri delle Finanze dell’Eurozona dovrebbero riunirsi in videoconferenza il prossimo 7 aprile per coordinare – se possibile – una risposta europea all’epidemia. L’ipotesi dei coronabond è difesa da Francia, Italia e Spagna ma vede al momento il veto di Germania, Olanda e Austria, contrarie a quelle che considerano una mutualizzazione del debito.
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