Tridico: se manca il lavoro le politiche attive non funzionano

"Reddito cittadinanza è uno strumento di riduzione della povertà"

FEB 11, 2020 -

Roma, 11 feb. (askanews) – “Qualsiasi politica attiva non può funzionare se non ci sono domande di lavoro appropriate. Se non ci sono posti vacanti le politiche attive hanno poco senso”. Lo ha sottolineato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, rispondendo a domande sul reddito di cittadinanza a margine della firma di una convenzione tra l’istituto di previdenza e la fondazione Policlinico universitario Gemelli.

“Il telefonino fa il telefonino, telefona – ha detto – il reddito di cittadinanza è uno strumento di riduzione della povertà, uno strumento di reddito minimo. La condizione delle politiche attive rimane monca se non ci sono gli investimenti”. Secondo Tridico “qualsiasi strumento di politica attiva, e nella seconda parte il reddito di cittadinanza lo è anche, non è sufficiente da solo, ma è un contributo verso il reinserimento nel mercato del lavoro insieme con gli investimenti. Oggi scontiamo una scarsa domanda di lavoro e qualsiasi politica dal lato dell’offerta ha una difficoltà. A mio parere, tuttavia, la valutazione sul reddito di cittadinanza si deve fare sulla base di aver mobilizzato risorse che prima erano immobili”.

Il presidente dell’Inps ha ricordato che “avevamo e ancora abbiamo diversi milioni di persone immobili, non attive sul mercato del lavoro. Adesso abbiamo 2,5 milioni di persone che ricevono il sostegno. Molti sono bambini, ci sono nuclei con disabili e anziani, quindi non abili o prossimi al mondo del lavoro. E per costoro c’è stato un incremento netto della qualità della vita, una riduzione della povertà. E su questo va valutato il reddito di cittadinanza”.

La valutazione sulle politiche attive, invece, “va fatta sicuramente su un periodo più lungo. Abbiamo messo uno strumento in campo. Questo strumento dovrà dare risposte nel momento in cui il Paese comincia a crescere, allocando le risorse che ha mobilizzato sul mercato del lavoro. Il Paese non cresce e, quindi, il problema è quello: l’attivazione di politiche industriali e di investimenti anche pubblici per far crescere il Paese”.

Tridico ha inoltre affermato che “questa cosa la spiego ai miei studenti da 20 anni, la capiscono. Dovremmo capirla un po tutti. Agli studenti diciamo che queste non sono misure che hanno ridotto la crescita, anche perché si è osservato nel mercato del lavoro un piccolo, lieve incremento dell’occupazione”.