Roma, 14 mag. (askanews) – Gianluigi Gabetti era nato a Torino il 29 agosto 1924. Laureato in Legge presso l’Università di Torino, entrò alla Sede di Torino della Banca Commerciale Italiana raggiungendo il grado di Vice Direttore.
Passato successivamente alla Olivetti, nel 1965 fu eletto Presidente della Olivetti Corporation of America.
Negli Stati Uniti, Gabetti conobbe l’Avvocato Agnelli che, avendolo notato per il suo ruolo in Olivetti, una domenica mattina lo chiamò al telefono per chiedergli di accompagnarlo a visitare il Moma; immediatamente gli propose di diventare direttore generale dell’IFI. Gabetti ebbe un giorno per pensarci e accettò.
Nell’ottobre 1971 venne nominato Direttore Generale dell’IFI – Istituto Finanziario Industriale – del quale divenne anche Amministratore Delegato nel marzo 1972 – ; Vice Presidente della Fiat dal novembre 1993 al giugno 1999. Negli anni all’IFI e all’IFINT Gabetti fu regista di operazioni di grande rilevanza.
Insieme con Enrico Cuccia, nel dicembre del 76 concluse l’accordo che portò i libici della Libyan Arab Foreign Investment Co (Lafico) a sottoscrivere un aumento di capitale della Fiat, versando 415 milioni di $ ed acquisendo il 9,7% delle azioni ordinarie. Ancora Gabetti, dieci anni dopo, nel settembre 1986, riacquistò tramite l’IFIL 90 milioni di azioni Fiat ordinarie dalla Lafico, con un esborso di circa 1 miliardo di $, portando a poco meno del 40% la partecipazione di Gruppo al capitale ordinario Fiat.
Altre operazioni significative riguardarono investimenti in Fabbri, Buzzi Unicem, Cinzano, Club Med.
A metà degli anni ’90 Gabetti lasciò l’Italia per dedicarsi ad investimenti internazionali del Gruppo attraverso l’Exor (ex IFINT) con sede a Ginevra. Nel 1996 Exor comprò una partecipazione del pari al 20% del Rockefeller Center di New York, che fu successivamente venduta nel 1999. Altri investimenti furono effettuati nel settore assicurativo, meccanico e della componentistica auto.
Lasciate le cariche per limiti di età e ritiratosi a Ginevra nel 1999, rientrò dopo poco a Torino a causa della malattia dell’Avv. Agnelli per essere vicino all’Avvocato ed aiutare la famiglia nella logistica delle cure intraprese in Italia e all’estero.
Alla morte dell’Avvocato, Umberto Agnelli divenne di Presidente della Fiat e chiese a Gabetti di tornare in servizio affidandogli la presidenza dell’IFIL. Da Presidente, Gabetti si occupò del riassetto del Gruppo nel 2003 e dell’aumento di capitale a cascata di GA, IFI, IFIL e Fiat che portò in Fiat € 1,8 mld (prima volta che la GA fa aumento di capitale di € 250 milioni).
Nel 2004 morì Umberto Agnelli. Gabetti divenne Presidente della Giovanni Agnelli e C. Sapaz, Presidente dell’IFI e Presidente dell’IFIL diventando il punto di riferimento della Famiglia.
Quando Morchio si propose per diventare Presidente di Fiat, in un week-end Gabetti, dopo un consulto con le sorelle dell’Avvocato e la Famiglia Agnelli, trovò la soluzione per il vertice della Fiat: Luca Cordero di Montezemolo Presidente. Poche ore dopo, John Elkann incontrò a Ginevra Sergio Marchionne (all’epoca AD di SGS) e gli propose di diventare AD: il 1 giugno Sergio Marchionne divenne Amministratore Delegato della Fiat.
Nel 2005 diede mandato all’Avvocato Franzo Grande Stevens di studiare una soluzione che permettesse alla Famiglia Agnelli di mantenere il controllo sulla Fiat. Tra le soluzioni verificate da Grande Stevens, fu approfondita quella della conversione in azioni dell’equity swap sottoscritto nella primavera del 2005 da Exor, quanto il valore dei titoli Fiat aveva raggiunto valori particolarmente bassi (sotto il valore nominale, pari a 5€).
Nell’aprile del 2007 John Elkann, l’erede designato dall’Avvocato, gli succedette alla presidenza dell’IFI. Nel luglio del 2007 lascia il Consiglio di Amministrazione dei Mediobanca. Appassionato di arte e di musica, è stato Life Trustee del Museum of Modern Art of New York, Presidente del Lingotto Musica e Socio del FAI.