Milano, 16 gen. (askanews) – I colossi mondiali della chimica e dei bei beni di consumo danno vita ad una alleanza per la lotta contro I rifiuti in plastica disperse nell’ambiente e si impegnano a destinare 1,5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni in iniziative e progetti finalizzati a ridurre al minimo e gestire i rifiuti di plastica, promuovendo soluzioni per la plastica usata e contribuendo così alla realizzazione di un’economia circolare. L’alleanza – denominata AEPW, Alliance to End Plastic Waste – viene annunciata con un evento on line da Londra e vede la partecipazione -come soci fondatori- di BASF, Berry Global, Braskem, Chevron Phillips Chemical Company LLC, Clariant, Covestro, Dow, DSM, ExxonMobil, Formosa Plastics Corporation USA, Henkel, LyondellBasell, Mitsubishi Chemical Holdings, Mitsui Chemicals, NOVA Chemicals, OxyChem, Procter & Gamble, Reliance Industries, SABIC, Sasol, SUEZ, Shell, SCG Chemicals, Sumitomo Chemical, Total, Veolia, Versalis (Eni) e PolyOne.
“Come è risaputo, i rifiuti di plastica sono un elemento estraneo agli oceani e a qualsiasi altro ambiente naturale. Siamo di fronte a una sfida globale seria e complessa, da affrontare con la massima rapidità e con una leadership forte. La nuova Alleanza rappresenta il massimo sforzo realizzato sino a oggi per dire basta ai rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente – ha commentato David Taylor, chairman of the Board, e presidente e ceo di Procter & Gamble e presidente dell’AEPW – Vorrei invitare qualsiasi società, grande o piccola che sia, attiva in tutte le regioni e in tutti i settori, a unirsi a noi”.
“La storia ha dimostrato che, di fronte a sfide globali come questa, le azioni collettive e le collaborazioni tra industrie, governi e ONG possono dare origine a soluzioni innovative – ha aggiunto Bob Patel, ceo di LyondellBasell e vicepresidente dell’AEPW – Il problema dei rifiuti di plastica è evidente e suscita preoccupazioni in tutto il mondo. Deve essere affrontato e siamo convinti che sia arrivato il momento di agire”.
L’AEPW è un’organizzazione senza scopo di lucro composta da società che producono, utilizzano, vendono, processano, raccolgono e riciclano plastica. Tra queste, troviamo produttori di materiali chimici e plastici, società di beni di consumo, retailer, aziende attive nel settore della trasformazione delle materie plastiche e società che si occupano di gestione dei rifiuti; in altre parole, la value chain della plastica. Oggi annuncia anche una prima serie di progetti e collaborazioni che riflettono una gamma di soluzioni per eliminare la questione dei rifiuti di plastica, tra i quali la fondazione di The Incubator Network di Circulate Capital – per sviluppare e promuovere le tecnologie, i modelli commerciali e gli imprenditori che combattono la dispersione dei rifiuti di plastica negli oceani, e focalizzato inizialmente sul Sud-est asiatico – e lo sviluppo di un progetto informativo globale open-source, fondato su dati scientifici, per supportare i progetti di gestione dei rifiuti a livello internazionale con raccolte di dati affidabili, misurazioni, standard e metodologie studiate per supportare governi, aziende e investitori a elaborare e accelerare le iniziative mirate a evitare la dispersione dei rifiuti di plastica nell’ambiente.
Nei prossimi mesi, l’Alleanza promuoverà ulteriori investimenti e favorirà il progresso in quattro aree chiave: lo sviluppo delle infrastrutture per raccogliere e gestire i rifiuti e per aumentare il riciclaggio dei rifiuti; il supporto alle innovazioni per proporre e realizzare nuove tecnologie in grado di facilitare il riciclaggio e il recupero della plastica, generando valore dalla plastica già utilizzata; la formazione e il coinvolgimento di governi, aziende e comunità per mobilitare l’azione; la pulizia delle aree con la maggior concentrazione di rifiuti plastici già presenti nell’ambiente, con un’attenzione particolare per i principali canali dei rifiuti, come i fiumi che li trasportano verso il mare. “Il successo si fonderà su collaborazioni e sforzi coordinati tra settori differenti: alcuni per creare un progresso a breve termine, altri che richiederanno investimenti maggiori, con tempistiche più lunghe. Per affrontare la questione dei rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente e sviluppare un’economia circolare della plastica sarà necessaria la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella value chain e l’impegno a lungo termine di società, governi e comunità. Nessuna nazione, società o comunità può risolvere il problema da sola”, ha affermato Antoine Frérot, ceo di Veolia e vicepresidente dell’AEPW.
Le ricerche condotte da Ocean Conservancy evidenziano come quasi l’80% dei rifiuti di plastica nell’oceano derivi da immondizia prodotta sulla terraferma e giunta al mare, nella stragrande maggioranza dei casi, via fiume. Secondo le stime contenute in uno studio, oltre il 90% della plastica arrivata all’oceano via fiume proviene dai 10 corsi d’acqua principali al mondo (di cui otto in Asia e due in Africa). Il 60% dei rifiuti di plastica nell’oceano può essere imputato a cinque Paesi del Sud-est asiatico. “Anche se i suoi sforzi saranno globali, l’Alleanza potrà avere un impatto maggiore concentrandosi sulle aree in cui il problema è più rilevante, per poi condividere soluzioni e best practice in modo che il suo impegno possa amplificarsi ed estendersi a tutto il mondo”, ha sottolineato Peter Bakker, presidente e ceo del World Business Council for Sustainable Development.