Milano, 11 giu. (askanews) – Il cibo made in Italy è sempre più un investimento appetitoso. Lo sono prodotti simbolo della nostra gastronomia, come la pizza, la pasticceria e ora anche il gelato. Francesco Trapani, che viene dal mondo del lusso con incarichi da ceo (e azionista) in Bulgari, poi a.d. nella divisione orologi e gioielli di LVMH, e attuale azionista di Tiffany e di Tages Holding, ha acquisito la maggioranza di Geloso, una società italiana che produce gelato “naturale” su stecco.
Trapani, attraverso Argenta Holding Sarl, ha rilevato, infatti, il 51% di Geloso attraverso un aumento di capitale riservato che consentirà alla società di rafforzare e accelerare il percorso di crescita. Quello su cui investe è un prodotto iconico del made in Italy, il gelato appunto, proposto sul mercato in una formula diversa, lo stecco, replicabile su larga scala, intorno cui costruire un vero e proprio brand. Trapani non è nuovo a investimenti nel settore enogastronomico: risale alla scorsa estate l’acquisizione del 53% di Foodation, la holding di controllo di alcune catene che sono dei veri e propri format gastronomici come Macinata, specializzata in burger gourmet, e Briscola, eletta come miglior pizzeria d’Italia nel 2016, il cui piano di espansione prosegue proprio in questi giorni con alcune aperture, di cui una in piazza Duomo a Milano, di fianco alla nota pasticceria di Iginio Massari, un’altra in Porta Nuova per poi sbarcare, come dai disegni di Trapani, per la prima volta a Londra.
Come per pizza e burger, anche per il gelato Trapani ha individuato un prodotto che per quanto sia rappresentativo della nostra gastronomia ad oggi non vanta un marchio forte a livello internazionale. In questo caso la scelta è caduta su Manuele Presenti, 3 coni del Gambero Rosso, master chef del Gelato Naturale e fondatore della Gelato Naturale Academy, che ha realizzato un prodotto naturale dotato di una cremosità e una consistenza inaspettate per un gelato su stecco, senza appunto il ricorso a conservanti, addensanti, semi-lavorati e coloranti. Geloso è nato dall’idea di tre soci, Jacopo Mattei, Lesya Vorona e Fabrizio Pirro che, insieme a Presenti e ad Allegra Antinori, dell’omonima azienda vinicola, detengono il restante 49% della società.
Il gelato è realizzato nel laboratorio di Formello, comune alle porte di Roma, dove avviene l’intero processo produttivo. Chiaramente la proposta di Geloso – che unisce le caratteristiche del tradizionale gelato spatolato alla facilità di consumo di un gelato su stecco – rappresenta un driver rilevante ai fini del modello distributivo della società. Per quanto riguarda il retail, Geloso prevede infatti l’apertura di un flagship a luglio nel centro storico di Roma, in via della Croce, e, a seguire, una serie di pop-up store, mentre la penetrazione sul mercato wholesale avverrà in bar e ristoranti e in luoghi dove tradizionalmente non è presente il gelato, come hotel di lusso, campi da golf e palestre con una linea dedicata di gelati iperproteici. Infine, il prodotto sarà disponibile sui principali canali di delivery e presso eventi privati con pozzetti e supporti dedicati.
“Così come la pizza, il gelato è un simbolo riconosciuto del food Made in Italy, ma nel nostro Paese, a eccezione di quelli confezionati, sono rari i casi di brand riconosciuti di gelato -ha affermato Francesco Trapani – L’innovatività della proposta di Geloso e il suo stile raffinato, la grande qualità del prodotto e l’approccio di alta gamma, consentiranno di fare di Geloso, un marchio con una forte personalità e riconoscibilità”. “In seguito a una approfondita ricerca abbiamo trovato una ricetta per produrre un gelato che fosse al 100% naturale e che allo stesso tempo mantenesse una qualità e una consistenza fino a ora estranee alle altre proposte su stecco presenti sul mercato”, ha aggiunto Manuele Presenti. Per i fondatori “l’apporto di nuove risorse finanziarie e manageriali consentiranno di rafforzare e accelerare lo sviluppo di Geloso con l’obiettivo di proporre sul mercato un prodotto innovativo che consentirà di gustare il gelato in luoghi dove oggi non ci si aspetta di trovarlo”.
Nell’ambito dell’operazione, Francesco Trapani è stato assistito dallo studio Benigni and K e dallo Studio Gattai in qualità di advisor legale.