Torino, 18 mag. (askanews) – Ripianare il buco di bilancio del Teatro Regio di Torino non è stata una operazione spot, in una logica che usa le fondazioni bancarie come bancomat. Lo hanno rivendicato i vertici della Fondazione Crt, il presidente Giovanni Quaglia, il segretario generale Massimo Lapucci. “Le fondazioni bancarie sono soci fondatori del Regio e siamo presenti nel Cda. Il nostro ruolo è contribuire a una programmazione seria, che abbia un budget sostenibile” ha premesso Quaglia.
“Come Fondazione Crt abbiamo un impegno già deliberato di 2,3 milioni per il prossimo triennio. Non è poco. Siamo pronti a fare gli sforzi necessari, in presenza però di un piano triennale credibile, che metta in campo iniziative di recupero delle risorse, senza abbassare il livello qualitativo del Regio. Faremo la nostra parte, mettendo in campo non solo i soldi, ma anche le competenze per risanare i conti. In futuro non vogliamo essere chiamati ex post, ma ex ante, in fase di programmazione del budget”.
A rinforzare il messaggio Massimo Lapucci: “Il nostro sarà un contributo anche strategico, che richiederà un piano triennale sostenibile nel tempo. Eventuali problematiche vanno condivise appena emergono. La tentazione di presentare criticità in chiusura di bilancio è una pratica che non va incoraggiata. Gli enti culturali sono anche aziende. Abbiamo svolto un lavoro di risanamento anche in altri enti culturali che avevano problemi di bilancio e che adesso sono in equilibrio” ha rivendicato Lapucci, riferendosi alla Fondazione Torino Musei.
Quanto all’ipotesi che il teatro Regio da Fondazione lirico sinfonica venga declassato a Teatro lirico, a causa dei conti, Lapucci ha detto: ” sta a chi gestisce l’ente far si’ che non si arrivi ad un declassamento. Noi stiamo lavorando per scongiurarlo”.