Milano, 11 mag. (askanews) – Il lockdown, le lunghe giornate di smartworking e l’obbligo di restare a casa negli ultimi due mesi hanno ridisegnato anche le nostre abitudini nel tempo libero. Abbiamo scoperto hobby fino a ieri sconosciuti, trovato il tempo per dedicarci a passioni in altri momenti trascurate, trovato attività che hanno reso meno faticoso questo tempo casalingo. Tra le tante cose, abbiamo per esempio imparato a tenere la mente impegnata con l’ascolto di un podcast mentre cuciniamo o ci occupiamo della casa, scoprendo in alcuni casi o approfondendo questa nuova forma di intrattenimento. Abbiamo chiesto a Francesco Bono, content director Audible, la piattaforma di Amazon che produce e distribuisce audiolibri e podcast, come sta evolvendo la diffusione dei contenuti audio digitali in Italia, soprattutto dopo questi mesi di “restate a casa”.
“I cambiamenti che abbiamo riscontrato sono di due tipi: nella distribuzione oraria dei consumi e nella tipologia dei contenuti. Per quanto riguarda la distribuzione oraria se prima in una settimana lavorativa normale la fruizione dei contenuti di Audible aveva dei picchi dalle 6 alle 9 e dalle 16 alle 19, che corrispondono alle fasce del commuting, adesso la linea si è appiattita, o meglio ingobbita nel senso che i due picchi del commuting sono diventati più bassi, ma l’ascolto invece tra le 9 e le 16 è salito perché c’è più gente in casa che ascolta”. Non solo. “Molti utilizzano i contenuti Audible anche in casa cucinando, pulendo, facendo giardinaggio. C’è stato uno shift, un movimento dall’ascolto in mobilità all’ascolto casalingo e questo ha portato a un leggero cambiamento dei generi. Abbiamo visto che i contenuti legati al business e al mondo del lavoro sono scesi leggermente, sono invece saliti i contenuti di intrattenimento, quelli a tema scientifico o a tema storico, in tanti ascoltano contenuti per imparare qualcosa di più sugli aspetti medico-scientifici in questa situazione. E poi sono saliti tantissimo gli ascolti di contenuti per bambini e questo vuol dire che siamo un ottimo strumento per i genitori a casa”.
Bono non si sbilancia sui numeri realizzati durante queste settimane, anche se sicuramente si tratta di dati in crescita. “C’è stato sicuramente un cospicuo aumento di traffico sul sito, più gente ha mostrato interesse e sta scoprendo Audible durante questo lockdown – ci ha detto – C’è stato tantissimo passaparola in queste settimane tra le persone che vedono Audible come un servizio sia di intrattenimento che di informazione e formazione in questo momento”.
In Italia, secondo una ricerca condotta da Nielsen nel 2019, ci sono 12,1 milioni di persone che hanno ascoltato almeno un podcast nell’ultimo anno, un dato in crescita del 16% rispetto ai dodici mesi precedenti. “La percezione del podcast si sta diffondendo tantissimo – ci ha spiegato Bono – e sono oltre due milioni quelli che dicono di ascoltare podcast regolarmente almeno una volta a settimana. La grande sfida è aumentare la awareness rispetto al podcast e quindi farlo percepire alla stregua di giornali, libri, televisione e altri media. Dall’altra parte occorre riuscire a creare un volume tale di contenuti, soprattutto di contenuti di qualità, per interessare, incuriosire e fidelizzare questi utenti”.
Certo le misure di contenimento del contagio hanno imposto uno stop alla produzione di questi contenuti. Anche se qualcosa ha continuato a muoversi. “Abbiamo dovuto chiudere tutte le produzioni – ci ha raccontato Bono – noi registriamo gli audiolibri e i podcast in studi professionali di doppiaggio che sono dei luoghi chiusi e piccoli, dove gli attori hanno un posto ravvicinato con il microfono per cui abbiamo dovuto immediatamente chiudere tutte le produzioni, tantissimi libri che dovevano essere registrati in queste settimane non sono stati registrati ma posticipati e ora stiamo cercando di capire con gli studi con cui lavoriamo in Italia come poter riaprire in sicurezza per i nostri narratori”. Nel frattempo però “alcuni narratori o scrittori avevano un loro studio professionale e alcuni libri siamo riusciti a registrarli in un loro studio. Uno di questi è stayOm di Michele Dalai che è disponibile anche gratuitamente, conversazioni fatte in videoconferenza che sono diventate un podcast insieme a diversi artisti, persone della cultura, del teatro, della letteratura su come si vivrà dopo il lockdown”. “Abbiamo dovuto rallentare pesantemente la produzione però continuiamo ad andare avanti: continuiamo ad aiutare gli studi e i narratori con cui lavoriamo – ha spiegato – sono oltre 280 i narratori in Italia in questo momento, abbiamo garantito a tutti il pagamento dei turni che avrebbero dovuto fare in questi mesi e per coloro che non avevano dei turni abbiamo organizzato la Audible academy per cui abbiamo pagato dei narratori per fare delle lezioni a degli utenti. Abbiamo aperto 54 lezioni per un massimo di 15 posti l’una e tutti gli 800 e più posti sono stati prenotati in meno di 48 ore. I feedback di utenti e narratori sono molto positivi. Penso che la estenderemo ancora, per il momento rimanendo online, ma, se la situazione ce lo consentirà, potremo pensare di organizzare queste lezioni dal vivo in uno studio”.
Ma al di là delle iniziative che ci si appresta a mettere in campo, ora che la fase due è avviata quali sono le aspettative per questo mercato? “Credo – ci ha detto Bono – che si consoliderà sempre di più perchè la diffusione del podcast si diffonderà, in tanti capiranno la comodità di ascoltare podcast in diversi momenti della giornata e quindi utilizzare il podcast come strumento di intrattenimento e di informazione. Dal lato degli autori diciamo che sono sempre di più gli autori di libri piuttosto che i giornalisti, gli sceneggiatori che ci contattano con idee interessanti. Per noi la grande sfida è riuscire a creare un catalogo da una parte interessante per gli utenti, dall’altro attraente per chi crea contenuti in modo che chiunque abbia una idea, possa pensare quale sia il medium migliore per raccontarla”. Incluso il podcast. “Con molti autori stiamo ragionando alla creazione di contenuti originali per podcast- conclude Bono – I nostri investimenti nel giro dei prossimi anni sono molto molto alti per la parte di contenuti originali”.