Roma, 15 nov. (askanews) – Cinquant’anni fa, il 19 novembre 1969, moriva a Milano nel corso di violenti incidenti di piazza l’agente di polizia Antonio Annarumma. Con la sua morte prese avvio la strategia della tensione, che il 12 dicembre deflagrerà in tutta la sua potenza a piazza Fontana con la bomba alla Banca nazionale dell’Agricoltura. E iniziò anche la stagione dei depistaggi. E’ questo il tema portante affrontato dal giornalista Cesare Vanzella nel suo nuovo libro “Il caso Annarumma. La rivolta delle caserme e l’inizio della strategia della tensione” (158 pagine, 17,50 euro) appena uscito per i tipi di Castelvecchi.
Gli avvenimenti che coinvolsero questo giovane poliziotto di 22 anni finirono avvolti in un silenzio di piombo che ha fin qui impedito l’accertamento delle responsabilità. Non è stato mai individuato chi avrebbe ucciso il poliziotto e nessuno ha mai provato a spiegare come 400 tubi Innocenti, di due metri ciascuno, che furono utilizzati dai dimostranti contro le forze dell’ordine, siano potuto sparire letteralmente nel nulla nonostante fossero custoditi nei magazzini del Tribunale. Scomparvero anche le radiografie eseguite in ospedale sul giovane poliziotto, fu rifiutata la richiesta dei difensori di poter essere presenti all’autopsia con un perito di fiducia, il Pm si oppose pure all’acquisizione al processo della perizia necroscopica.
La Polizia inizialmente fornì i nominativi dei tre poliziotti presenti sul gippone di Annarumma che al processo diventarono due cambiando anche nome. Nelle pagine di questo libro, che si avvale dei contributi di Giorgio Benvenuto e Mario Capanna, sono state ricostruite tutte le incongruenze di quel giorno, le contraddizioni processuali, sono stati ascoltati i testimoni, spulciate le cronache dei giornali, studiati documenti inediti di Polizia. Per la prima volta è gettata luce sugli ammutinamenti nelle caserme di Milano, Torino e Roma, che seguirono la morte di Annarumma, attraverso le testimonianze degli agenti presenti in quei drammatici momenti.
Cesare Vanzella, giornalista, collaboratore di numerose testate, ha lavorato per lunghi anni all’Agi (Agenzia Giornalistica Italia) ed è stato direttore di “Polizia e Democrazia”, la rivista fondata da Franco Fedeli. Fa parte della giuria del Premio Fedeli per la narrativa poliziesca.
Il libro sarà presentato il 18 novembre alle 17,30 a Milano al circolo De Amicis in via Edmondo De Amicis 17. Saranno presenti, oltre all’autore, Mario Capanna e Walter Galbusera (Presidente della Fondazione Anna Kuliscioff).