Bonifiche San Donà (VE), 26 mag. (askanews) – “In Veneto viene trattenuto meno del 5% della pioggia, il 95% viene mandato a mare anche in tempi veloci. Riuscire a bloccare l’ acqua piovana diventa cruciale soprattutto a causa dei cambiamenti climatici. A livello nazionale la percentuale di acqua piovana bloccata sale all’11% anche per merito delle regioni meridionali che hanno una tradizione nel tesaurizzare l’acqua, basta ricordare che e’ diffuso il ricorso a cisterne sopra i tetti per raccogliele precipitazioni”. Lo sottolinea Maurizio Borin (Università di Padova – Dipartimento Dafnae -) ed è un grido d’allarme che giunge dalla quinta edizione di TerrEvolute – Festival della bonifica (www.festivaldellabonifica.it) che si svolge in questi giorni a San Donà di Piave. L’emergenza idrica e la modalità di conservazione dell’acqua fanno parte di uno degli obietti di Agenda 2030 discussi nelle numerose tavole rotonde che si alterneranno dal 26 al 29 maggio. Il festival è promosso da Anbi, Anbi Veneto, Università di Padova, Consorzio di bonifica Veneto Orientale, Regione Veneto, Comune di San Donà di Piave e ha il patrocinio de ministero per la transizione ecologica. “E’ possibile conservare l’acqua piovana – ha ricordato Borin – creando invasi di superficie, impinguando le falde sotterranee, trattenendola nella porosità dei suoli, realizzando serbatoi diffusi in ambiente urbano attraverso tetti e pareti verdi; i volumi di acqua possono poi essere aumentati attraverso la valorizzazione delle acque reflue”. Nei tavoli tecnici del Festival della bonifica il tema ricorrente sul quale ci si confronta è ancora una volta l’acqua, come simbolo di benessere, salute e vita. “Purtroppo quest’ anno andremo incontro a una stagione critica – evidenzia ancora Borin – perché le precipitazioni da inizio anno a maggio sono inferiori al 40% rispetto alla media. Scarseggiano le riserve che si costituiscono in inverno. Nel Veneto, tra l’altro, potremmo anche avere qualche criticità in più. Lo scenario che abbiamo di fronte è quello di una stagione difficile per l’irrigazione, nel breve possiamo mettere in atto rispose tattiche, fare il meglio con quello che c’è. E’ necessaria una manutenzione adeguata degli impianti d’irrigazione, scegliere con accuratezza il momento per irrigare, proteggere le colture nei momenti di maggiore sensibilità allo stress idrico, ma sono solo accorgimenti per salvare il salvabile. E’ urgente, invece, come non mai – avverte l’esperto dell’Università di Padova – ragionare in termini più ampi di gestione della risorsa idrica. Non servono solo progetti impegnativi si potrebbe cominciare anche con soluzioni morbide, attuabili in tempi ragionevolmente brevi che possono essere efficaci in pochi anni. Ad esempio impiegando le cave già presenti e le zone di infiltrazione forestale per favorire l’infiltrazione dell’acqua piovana e l’impinguamento della falda, realizzare piccoli bacini anche di fitodepurazione, operare interventi di riqualificazione fluviale e molto altro. Opere senza cemento, interventi piccoli ma diffusi nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale”. Anche nella giornata odierna si susseguiranno i simposi scientifici, che toccheranno le tematiche degli OSS 6, “Acqua pulita – qualità dell’acqua”, 3, “Salute e benessere”, 8, “Lavoro dignitoso e crescita economica”, 2, “Fame zero” e 15, “Vita sulla Terra | biodiversità”.