Milano, 7 gen. (askanews) – La terapia c’è, funziona e non è pericolosa. Nonostante questo in Italia ci sono pazienti che rischiano di perdere la vista non potendo accedere alla terapia. Una situazione rischiosa e paradossale che da tempo il presidente della SOI, la Società Oftalmologica Italiana, il prof. Matteo Piovella, denuncia e che oggi, con gli effetti della pandemia Covid, ha visto peggiorare in maniera eccezionale i numeri degli interventi salvavista praticati.
Parliamo della terapia intravitreale Anti-VEGF, la cui somministrazione, su un dato che vede nel 2019 Francia, Germania e Inghilterra raggiungere il milione di interventi, è nello stesso anno già inferiore del 70% (fermandosi a 300.000 mila somministrazioni) e nel 2020 tocca quota -90%, con soli 100 mila interventi praticati. Incide anche e soprattutto la posizione Aifa, ribadita ed anzi resa ulteriormente restrittiva in una decretazione del 31 dicembre u.s., che consente l’erogazione delle terapie solo in centri eccellenza (per SOI non identificati).
In sintesi solo 150 medici oculisti, su 7000, in Italia, tutti in grado di somministrare questa terapia salvavista, una iniezione, portando effetti evidenti ad esempio nella cura della maculopatia, che affetta una persona su 3 dopo i 75 anni.
Numeri che, come ribadisce, Matteo Piovella, non vengono ascoltati: “Con la pandemia abbiamo perso il 50% delle visite oculistiche, 8 milioni, e il 50% degli interventi chirurgici salvavista, 500 mila – ha spiegato – Questo sia perchè tutte le risorse degli ospedali sono state concentrate sul Covid sia perchè sta crescendo la preoccupazione da parte dei pazienti nel recarsi a sottoporsi a delle visite o a degli interventi che vengono percepiti come non indispensabili. Invece si tratta di interventi che salvano la vista di un milione e 300 mila persone ogni anno nel nostro paese”.
“I 7000 oculisti italiani – ha proseguito Piovella – sono in difficoltà, ad esempio i liberi professionisti, che sono la maggior parte, non hanno accesso prioritario alle vaccinazioni, e non sono sostenuti da parte del Governo nel fatto di estendere i test anti-genici rapidi a tutti i pazienti. Infatti gli esiti delle vaccinazioni saranno piuttosto lunghi ma nel frattempo si devono proteggere i pazienti adesso, perchè i nostri pazienti hanno bisogno di sottoporsi con serenità e sicurezza alle visite oculistiche e agli interventi chirurgici nel più breve tempo possibile come del resto è stato sempre programmato”.
Da qui l’invito al Governo a studiare insieme, senza contrapposizioni, un percorso che consenta finalmente di superare le rigidità nella somministrazione di terapie fondamentali per salvare la vista a migliaia di cittadini.