Roma, 25 nov. (askanews) – Fecondazione assistita di tipo eterologo, cioè con l’utilizzo di gameti esterni alla coppia, messi a disposizione da donatori o donatrici: dopo le note sentenze della Corte costituzionale, che hanno aperto a questa tecnica dal 2014 anche in Italia, sembra continuino a permanere le difficoltà delle coppie con problemi di infertilità del nostro Paese. O forse, la falsa credenza che altrove sia possibile avere più facile accesso ai trattamenti porta ancora molti pazienti a fare ‘turismo procreativo’, in particolare in Spagna. In parallelo, parecchi centri italiani si sono organizzati utilizzando banche di gameti estere data la carenza, qui in Italia, di donatrici e dunque di strutture per la conservazione degli ovociti.
Ma oggi il panorama della Pma (Procreazione mediamente assistita) nel nostro Paese cambia: nasce GeneraLife, il primo gruppo europeo di centri specializzati a guida italiana, che garantirà un percorso di piena sicurezza tutto all’interno del network, senza necessità di ‘viaggi della speranza’ per tentare di diventare genitori. “Secondo i dati del registro del ministero della Salute iberico – evidenzia Filippo Maria Ubaldi, direttore scientifico di GeneraLife – circa 3350 coppie italiane nel 2017 si sono recate in Spagna per inseguire il sogno di un figlio. Con un importante aggravio di spese per viaggio e soggiorno, nella convinzione di trovare una via di accesso più facile, in particolare all’ovodonazione. In realtà, il nostro Paese è assolutamente all’avanguardia in questo settore”.
Viaggiare per avere un figlio, dunque, oggi non è davvero più necessario, soprattutto in tempi di Covid-19. E la fotografia del desiderio degli italiani di avere figli ha mostrato nei mesi ‘post-lockdown’ una forte ripresa: in 5 centri GeneraLife in Italia (Roma, Torino, Napoli, Marostica e Umbertide), ad agosto 2020 è stato registrato un aumento di 8 volte dei trattamenti di Pma rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A settembre, il trend negli ormai 7 centri italiani (si sono unite al gruppo Firenze e Grosseto) sembra non essersi fermato: 409 ‘pick up’, ovvero il prelievo degli ovociti (+64% rispetto ad agosto), che è la prima fase di un percorso di Pma omologa, oltre a 702 prime visite (numero record rispetto a tutti gli altri mesi dell’anno) e a 78 procedure eterologhe. Numeri in aumento anche ad ottobre (481 i pick up, in crescita del 18%). Ma è proprio l’eterologa la tecnica per la quale le coppie italiane sono a volte convinte di poter trovare un’offerta più agevole in altri Paesi come la Spagna.
“Il livello dei trattamenti nel nostro Paese è invece altissima – spiega Ubaldi – nonostante questo, alcuni pazienti scelgono di investire tempo e denaro per viaggiare altrove. Oltre a essere una scelta difficile, soprattutto in questo periodo, dove i contagi da Sars-Cov-2 rendono molto difficile spostarsi all’estero, bisogna far sapere che in Italia ci sono tutte le tecnologie e l’expertise adatte ad assicurare un’assistenza ai massimi livelli. Il nostro gruppo peraltro garantirà l’accesso anche attraverso il Servizio sanitario nazionale, grazie al centro convenzionato Demetra di Firenze che è entrato a far parte di GeneraLife. Infine, i nostri centri sono oggi dotati di una banca donatrici interna al gruppo, per garantire un percorso della massima sicurezza possibile, dall’inizio alla fine del trattamento di ovodonazione”.
E’ dunque un’eccellenza italiana al timone del nuovo gruppo di cliniche GeneraLife, presente in 4 Paesi europei (Italia, Spagna, Repubblica Ceca e Svezia, con 12 centri in totale), e presto anche in altre Nazioni: il nuovo network ha infatti una direzione scientifica e un modello di lavoro frutto dei 25 anni di lavoro ed esperienza dei fondatori del centro Genera a Roma, Filippo Maria Ubaldi, ginecologo, e Laura Rienzi, embriologa. I due esperti verranno affiancati da un board di ginecologi ed embriologi con il compito di gestire la singola e particolare realtà sociale e geografica di ogni Paese e di ogni tipologia di struttura (privata/privata convenzionata), con l’obiettivo di essere più vicino alle coppie, a seconda delle differenti esigenze e anche del contesto sociale ed economico. (segue)