Firenze , 3 giu. (askanews) – Ha destato scalpore la vicenda della maestra di scuola dell’infanzia, Francesca Sivieri, della Meucci di Prato. Dal 25 maggio ha preso di propria iniziativa, l’abitudine di leggere alcune storie ai bambini che seguiva fino al lockdown, ovviamente col consenso dei genitori. Ma la maestra è finita nel mirino del sindacato, in particolare della Cisl. “Fa passare le colleghe da vagabonde le sue colleghe”, l’ha attaccata Claudio Gaudio, segretario Cisl scuola di Prato. Secondo Gaudio, con un punto di vista condiviso sui social da varie maestre e persone che lavorano nel mondo della scuola pubblica, la colpa della maestra sarebbe quella di aver preso questa iniziativa “in barba a ogni regola sulla sicurezza”.
In un’intervista a Controradio, la Sivieri torna sull’argomento e si difende così: “sono rimasta molto dispiaciuta da certe reazioni. Il mio unico desiderio era di essere utile per la comunità. La mia decisione è nata dal cuore. Non penso di aver offeso nessuno. Ognuno è libero, nel rispetto delle regole, di creare eventi di questo tipo. Tante colleghe mi hanno sostenuto. E tante avrebbero voluto farlo ma poi hanno avuto paura per il fare parte di un sistema. Il tam tam, il passaparola ha fatto avvicinare tanti bambini anche non della mia zona. Questo mi ha fatto piacere ma si rischiava di non essere nelle regole. Quindi ho deciso di non pubblicare più gli eventi per non creare assembramenti”.
Come rivede questi mesi in cui i bambini e i ragazzi non sono andati a scuola? “Con un po’ di buona volontà si poteva fare qualcosa. Si poteva dare il segnale che la scuola c’era. Io mi sono sentita abbandonata anche come lavoratrice. Penso che intorno abbiamo tante realtà che ci insegnano che l’educazione è possibile anche fuori da un’aula. Forse in Italia ci sono ancora tante paure. Questo è un momento storico per poter cambiare la scuola, ma la presa di posizione del sindacato non mi fa ben sperare”.