Milano, 2 apr. (askanews) – Quasi 25mila posti di lavoro a rischio ed attualmente fermi, altrettante famiglie potenzialmente senza un sostentamento, 6mila imprese in Italia bloccate ed un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro azzerato. Questi i dati della crisi coronavirus, che ha messo in ginocchio il settore dei bus turistici a noleggio. L’allarme arriva dal Comitato Bus Turistici Italiani, primo raggruppamento di aziende del settore in Italia che, attualmente, coinvolge circa duecento operatori.
Gli oltre 25mila bus che viaggiano sulle strade ed autostrade italiane, percorrendo ogni anno 1,7 miliardi di chilometri in tutta Italia, consumano ben 450 milioni di litri di carburante. Tradotti in mancati introiti, si tratta di 270 milioni di accise che non arriveranno allo Stato, oltre ad ulteriori 100 milioni non incassati direttamente dai comuni attraverso i tickets bus. Soldi che metteranno in crisi i bilanci di molte amministrazioni locali. Senza contare altri settori collegati ai bus come guide, accompagnatori, officine, carrozzieri, costruttori, assicurazioni, gommisti, elettrauto e quant’altro. Oppure gli investimenti riferiti al rinnovo del parco autobus, che ogni anno genera un immatricolato di 750 bus, con un fatturato totale di circa 220 milioni di euro. Secondo il Comitato, i 25 miliardi di euro di interventi stanziati complessivamente dal governo non saranno sufficienti a nemmeno a fronteggiare la crisi del solo settore turistico. All’interno del quale il segmento dei bus subirà pesanti ripercussioni.
“Siamo stati il primo settore a fermarsi per la crisi – ha affermato il Presidente del Comitato, Riccardo Verona – e, presumibilmente, saremo anche l’ultimo a ripartire. Il nostro settore non viene considerato a dovere da opinione pubblica ed Istituzioni. Per questo abbiamo deciso di far sapere i numeri reali che travolgono il nostro segmento e, di conseguenza, anche indotto, casse dello Stato e bilanci dei comuni. Il mondo dei bus turistici, oltre a dare sostentamento a circa 25mila famiglie, produce ricchezza per l’intero Paese. La crisi del turismo porterà alla chiusura di molti operatori. Chiediamo al Governo interventi mirati e decisi. I 25 miliardi di euro stanziati complessivamente non sono sufficienti nemmeno per il solo comparto turistico. Ne servono almeno il doppio – ha concluso – prima che si metta la parola fine ad un intero settore, si abbiano pesanti conseguenze anche per i conti dello Stato e si dia una mazzata insostenibile a molti comuni italiani”.