Roma, 23 mar. (askanews) – Non è univoco il parere degli esperti sulla questione dei tamponi, per la ricerca del nuovo coronavirus.
“Il tampone, attualmente usato per intercettare la presenza del virus nel naso e nella gola, è molto affidabile e preciso. Però ormai non ha molto significato in chi ha sintomi respiratori e per di più ha una polmonite che si può facilmente vedere con una lastra ai polmoni. Finita la circolazione del virus influenzale, questa condizione è praticamente solo da coronavirus”. A spiegarlo in un’intervista al “Corriere della Sera” è Roberto Burioni, professore di Microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano.
Il tampone “è invece indicato per capire chi è veramente guarito. Per parlare di guarigione occorre che due tamponi, eseguiti a distanza di uno o due giorni, risultino negativi”.