Roma, 19 dic. (askanews) – Il Natale sta arrivando, così come i giorni di vacanza tanto attesi da molti. Per alcune persone però il sopraggiungere di ricorrenze festive può provocare sentimenti contrastanti, come nel caso dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD) e dei rispettivi familiari/caregiver, proprio in considerazione del profilo extra-ordinario che assumono le giornate. “La rottura degli schemi routinari – ha commentato Gioacchino Tedeschi, Presidente della Società Italiana di Neurologia e Ordinario di Neurologia presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” – associata ad una sovraesposizione sociale, se non attentamente modulate possono contribuire ad amplificare lo stato di incertezza e confusione che spesso domina le fasi intermedie ed avanzate di malattia”. Tuttavia, numerose evidenze scientifiche mostrano come anche i pazienti affetti da AD riescano a riconoscere il contenuto emotivo degli stimoli esterni, fissando in modo più efficace i ricordi dotati di valenza affettiva, in accordo col riscontro della preservazione della “memoria emozionale” anche in fasi più avanzate di malattia.
Alcuni studi, ad esempio, hanno dimostrato che la percezione della gioia, trasmessa mediante stimoli visivi o acustici, risulti relativamente conservata nel tempo anche nei pazienti affetti da AD. In particolare è stata evidenziata la capacità di percepire e riconoscere le emozioni convogliate dalla musica che eserciterebbe, anche in questi casi, un notevole potere evocativo.
“Ciò suggerisce l’adozione di una condotta “inclusiva” – prosegue il Prof. Tedeschi – improntata al coinvolgimento del paziente in un clima festoso, accogliente e non giudicante. Ancor meglio se preceduto da segnali “marcatempo”, quali addobbi e decorazioni che scandiscano l’evento imminente, e caratterizzato da un adeguamento dell’ambiente in funzione delle necessità delle persone più vulnerabili. In questo modo gli eventi natalizi diventano delle occasioni positive e, addirittura, memorabili per tutto il nucleo familiare”.
Ad esempio, se per le festività sono sempre state invitate molte persone a casa, sarebbe opportuno prendere in considerazione un ridimensionamento del numero di ospiti e della tipologia di pranzo; evitare i grandi raduni e organizzare visite più piccole di due o tre persone alla volta aiuta a tenere lontano eccessive fonti di stress non solo per la persona malata ma anche per il caregiver.
Se la sera e la confusione sono un problema (sindrome del tramonto), valutare la possibilità di cambiare la cena in un pranzo. Oppure, il consiglio è quello di mantenere la stanza ben illuminata e cercare di evitare qualsiasi stimolo che potrebbe attivare nella persona malata comportamenti di difficile gestione. Se la casa dovesse diventare eccessivamente rumorosa, scegliere una stanza tranquilla o uscire a fare una passeggiata. Evitare di tenere accesa la tv durante il pranzo. La persona malata può trovare conforto nel cantare vecchie canzoni della tradizione o sfogliare album di foto di famiglia. È importante coinvolgerlo nell’organizzazione dei preparativi, come incartare i regali, decorare o apparecchiare la tavola. Attenzione alle decorazioni scelte: luci lampeggianti possono confondere o spaventare una persona con demenza mentre le decorazioni che sembrano cibo potrebbero essere scambiate per commestibili. (segue)