Bologna, 5 giu. (askanews) – Fare rete, creare un sistema virtuoso e efficiente con un approccio multidisciplinare in favore del paziente. Sono attesi oltre 800 tra medici geriatri, internisti, cardiologi, medici dell’ Emergenza-Urgenza, medici di Medicina Generale e altri specialisti, nonché infermieri, fisioterapisti, farmacisti, nutrizionisti, psicologi, e in generale tutti gli operatori che si occupano professionalmente dell’anziano, protagonisti a Bologna da oggi al 7 giugno del 33° Congresso Nazionale della SIGOT, Società Italiana Geriatria Ospedaliera Territoriale presieduto da Marco Masina, Direttore della Geriatria dell’Ospedale di Bentivoglio (Bologna) e da Amedeo Zurlo, Direttore della Geriatria dell’ Ospedale Universitario di Ferrara.
Il tema è “La Geriatria al fianco della persona che invecchia: in ospedale e al domicilio” dove emergono rilevanti spunti per ampliare e condividere le conoscenze tra gli specialisti e gli operatori sanitari in un proficuo confronto. Tra gli argomenti di rilievo macrosociale l’insufficienza respiratoria, la nutrizione clinica, l’aritmologia e lo scompenso cardiaco. Particolare attenzione viene riservata al rischio delle cadute, alle piaghe da decubito, alla demenza e al delirium- La parte farmacologica con l’attenta somministrazione dei farmaci nell’ anziano, e soprattutto la sfida per gli specialisti di questo secolo: le infezioni da germi multi-resistenti e polmoniti, tra i temi trattati nei corsi dedicati e nelle sessioni in programma in sala plenaria. “Il continuo invecchiamento della popolazione, un fenomeno mondiale ma soprattutto italiano, comporta anche aumento del numero assoluto di anziani malati- sottolinea il Presidente SIGOT Filippo Fimognari, Direttore della Geriatria dell’ Azienda Ospedaliera di Cosenza -. La storia naturale delle malattie croniche, infatti, è costellata da continui episodi di riacutizzazioni, che generano quadri clinici acuti, gravi e complessi, che possono essere curati solo in Ospedali attrezzati. L’affollamento dei Pronto Soccorso, quindi, non è frutto del caso, ma deriva dalla crescita della popolazione anziana e dalla drastica riduzione dei posti letto ospedalieri, cui non è corrisposto un adeguato sviluppo dell’ assistenza domiciliare e territoriale. Questo rende spesso molto problematica la dimissione ospedaliera di pazienti stabilizzati ma ancora bisognosi di cure complesse o di terapie di fine vita (i cosiddetti bed-blockers)”. (Segue)