Roma, 17 mag. (askanews) – In una società sempre più vecchia anche per la medicina estetica si aprono nuovi orizzonti: “Sono sempre di più gli over 65 che si rivolgono al chirurgo plastico per il “ritocchino” – spiega Emanuele Bartoletti, Presidente della Società Italiana di Medicina estetica che apre oggi a Roma il 40mo congresso – perchè grazie al cielo stanno bene e quindi vogliono anche vedersi meglio, per cui si rivolgono alla medicina estetica. Ma anche in questo caso bisogna essere attenti, il risultato deve essere naturale. Abbiamo pazienti fino a 80, 85 anni perchè conducono una vita normale. Sono il futuro e su di loro bisogna investire, ma dobbiamo capire come trattarli: non possiamo fare le stesse cose che potremmo fare con un paziente di 30 o 40 anni. Non possiamo combattere le rughe sugli anziani, dobbiamo gestirle, ma non cancellarle. Concentrandosi in particolare sulla qualità della pelle, che può ispessirsi, opacizzarsi, avere macchie, o alterazioni. Poi – osserva – se c’è qualche piccola correzione da fare, si fa, però dobbiamo puntare a terapie che riescano a dare un risultato naturale”.
Anche quest’anno i temi sul tavolo sono molteplici, a comuinciare dall’esigenza di una sempre maggiore consapevolezza dei pazienti che si avvicinano alla medicina estetica, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. “L’intensificazione delle verifiche sulla regolarità delle strutture e dei centri privati che erogano prestazioni mediche è da noi totalmente condivisa – spiega Bartoletti, presidente Sime, in merito ai recenti controlli dei Nas nei centri di medicina estetica – prima di tutto in un’ottica di tutela della salute del pubblico, in secondo luogo perché queste azioni posso scoraggiare il gravissimo fenomeno della pratica abusiva della professione medica, che danneggia i nostri pazienti e la nostra categoria. Chi decide di ricorrere alla medicina estetica, per ristabilire il proprio equilibrio psico-fisico deve sapere che gli occorre un medico estetico debitamente formato ed in possesso dei titoli e dei requisiti necessari a praticare le terapie proprie della medicina estetica. Appropriata deve essere anche la sede dell’esercizio della medicina estetica, rigidamente regolata a norma di legge, tanto per quanto concerne l’ambulatorio medico quanto riguardo ai limiti d’azione del medico”.
Non solo: Emanuele Bartoletti, a nome della società che presiede, ribadisce la propria disponibilità ad affiancare il Nas ed il ministero della Salute per controllare sedi non autorizzate o abuso della professione. E puntando ad un paziente sempre più informato, i lavori sono avviatissimi per una collaborazione assai stretta tra la Sime e CittadinanzAttiva. L’esigenza di questa nuova sinergia – spiega la Sime – nasce da una domanda sempre maggiore di richiesta di trattamenti di medicina estetica e da una informazione e consapevolezza dei cittadini che si sottopongono a questo tipo di ‘interventi’ e dei rischi che ne potrebbero derivare non sempre sufficiente. La nota dolens che emerge è l’assenza di informazioni chiare su cosa sia la medicina estetica – il più delle volte confusa con la chirurgia plastica – e su chi possa effettuarla. Come Sime abbiamo evidenziato che la medicina estetica non rientra nelle specializzazioni universitarie e che deputata alla formazione dei medici è la società scientifica oltre, purtroppo, alla proliferazione di master universitari i cui docenti non sempre sono sufficientemente esperti di medicina estetica.(Segue)