Milano, 28 feb. (askanews) – Una grande campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione della fragilità ossea è stata lanciata a Milano da dieci società scientifiche con Federfarma, ANMAR Onlus e Senior Italia Federanziani, con inoltre il supporto di Abiogen Pharma e Italfarmaco. Lo slogan, “Fai la prima mossa. Cura le tue ossa”, vuole invitare al promuovere la prevenzione dell’osteoporosi, e per l’occasione si è scelto come testimonial per uno spot l’attrice e regista Laura Morante.
Tra i membri del coordinamento scientifico della campagna il Prof. Stefano Gonnelli, ordinario di Medicina interna dell’Università di Siena. “In Italia – ha spiegato ad askanews – ci sono circa 4 milioni di osteoporotici, ma questo non crea un grosso problema, il problema è che in Italia ogni anno ci sono quasi 600mila fratture da fragilità. Una donna a 50 anni ha il 34% di rischio di avere una frattura da fragilità, e anche un uomo a 50 anni ha il 16-20% di rischio di avere una frattura da fragilità. Quindi il problema è estremamente importante, che comporta un costo, che attualmente è tra i 9 e i 10 miliardi e che aumenterà notevolmente nei prossimi anni, perché aumenterà il numero dei soggetti che arriveranno ai 70 anni”.
Altro autorevole docente coinvolto è il Prof. Salvatore Minisola, ordinario di Medicina interna all’università La Sapienza di Roma. “La strategia preventiva dell’osteoporosi – ci ha spiegato – può essere effettuata a vari livelli. Innanzitutto può essere iniziata già dalle prime decadi di vita, perché noi sappiamo che il nostro patrimonio genetico definisce quello che è il picco di massa ossea, la nostra struttura scheletrica. Però noi possiamo fare sì che vi sia la massima ottimizzazione di questa struttura, con una dieta adeguata ed equilibrata, un adeguato apporto di calcio e vitamina D e svolgendo un’adeguata attività fisica”.
Prevenire, dunque, con regole semplici di stile di vita, ma anche con un attento screening della popolazione a rischio, con il potenziamento delle informazioni a disposizione di tutti. “Noi dobbiamo sostenere l’informazione – ci ha detto Silvia Tonolo, presidente dell’Associazione nazionale malati reumatici onlus – cercare di farla capillare, un’informazione che possa tagliare quei passaggi che il malato si trova ad affrontare prima di arrivare alla diagnosi e quindi viaggiare da un ambulatorio all’altro prima di avere veramente la diagnosi, per poi avere accesso immediato alle cure e quindi cercare di fare che il paziente sia più aderente possibile, perché spesso il paziente ha un difetto: quando sta un po’ meglio molla la terapia”.
Accanto alla prevenzione, quindi, anche la perseveranza della cura, perché la battaglia contro le fratture da fragilità ossea è anche una battaglia a difesa dell’autostima delle persone e della loro possibilità di condurre una vita di autosufficienza il più a lungo possibile.