Roma, 28 gen. (askanews) – Oltre al danno la beffa. I giornalisti di askanews, che non hanno ricevuto lo stipendio di dicembre per deliberata decisione dell’azienda, ora si sono visti corrispondere meno di un terzo della retribuzione di gennaio per di più decurtato delle due giornate di sciopero fatte a dicembre. Una scelta ulteriormente vessatoria che i giornalisti condannano.
Questo mentre è aperta una fase di trattativa al ministero del Lavoro dove i vertici aziendali e la proprietà – in mano all’azionista di riferimento Luigi Abete – hanno messo la rappresentanza sindacale davanti al prendere o lasciare di una nuova pesantissima richiesta di ammortizzatori sociali, con 27 esuberi, dopo aver aperto un concordato in bianco che pone una pesante ipoteca sul futuro della stessa agenzia di stampa.
L’editore ha rifiutato tutte le proposte avanzate dalla delegazione sindacale che permetterebbero di gestire la crisi e rilanciare Askanews senza fare macelleria sociale.
Nonostante la chiusura dimostrata, l’assemblea dei redattori di askanews auspica che l’azienda manifesti finalmente la volontà di raggiungere un accordo.
I giornalisti vogliono che askanews resti competitiva sul mercato e lotteranno contro i progetti di ridimensionamento che l’editore intende attuare sempre e solo a spese dei lavoratori che in sei anni hanno contribuito alla stabilità dell’azienda con quasi sei milioni di taglio del costo del lavoro.
Abete cominci a fare la sua parte e non si nasconda dietro la mancata finalizzazione di una trattativa con il Dipartimento Editoria su cui l’azienda non si è impegnata fino in fondo.
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