Roma, 3 ott. (askanews) – La presenza del virus della bluetongue di sierotipo 3 (BTV3) in Sardegna è stata confermata dal centro di referenza nazionale di Teramo su campioni di organi prelevati su una pecora compare questo sierotipo di Blue Tongue, presumibilmente arrivato dal Nord-Africa, così come già accaduto in passato per altri sierotipi di BT, tramite insetti (Culicoides) infetti da BTV3, trasportati dal vento fino alla Sardegna sud-occidentale. Questa ipotesi potrà essere verificata nelle prossime settimane sulla base dello studio dei dati metereologici ed epidemiologici.
A tutt’oggi sono sette i focolai di lingua blu confermati a Teulada, presumibilmente tutti causati da BTV3, anche se al momento la conferma riguarda solo il primo di questi focolai. La sintomatologia clinica in questi allevamenti è quella tipica della BT e ha finora interessato un numero di soggetti abbastanza limitato che hanno generalmente presentato sintomatologia non grave, con sole 4 pecore morte. Negli allevamenti ovini colpiti era stata attuata la vaccinazione contro BTV 1 e 4, sierotipi verso i quali le popolazioni di ruminanti della Sardegna hanno generalmente una buona copertura immunitaria, conseguente alla circolazione di questi due sierotipi virali in molte aree della Sardegna negli anni scorsi e alle campagne di vaccinazione finanziate dalla Regione ed attuate dai servizi veterinari. Infatti, nel corso di quest’anno – sebbene i dati sugli “animali sentinella” indichino che entrambi i sierotipi continuano a circolare in forma silente in alcune zone dell’isola – si sono verificati finora solo alcuni focolai sporadici di BTV4 (Tertenia, Maracalagonis), con conseguenze molto limitate.
“Non siamo di fronte ad un quadro di particolare gravità. E’ vero che al momento non è disponibile in commercio alcun vaccino contro il BTV3 – spiega Alberto Laddomada, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna – ma l’esperienza insegna che una tale vaccinazione, se attuata in emergenza in questi ultimi mesi del 2018, non porterebbe comunque a risultati significativi. In relazione al vaccino, quindi, si tratta di verificare se sarà possibile approvvigionarsi per una campagna da attuarsi eventualmente nel corso del 2019. Nel frattempo, è necessario che tutti gli allevatori si adoperino per ridurre il rischio BT nei propri allevamenti prendendo tutte le misure di prevenzione e controllo degli insetti vettori, misure che possono proteggere gli allevamenti dalla introduzione del virus, ridurre la gravità della malattia negli allevamenti colpiti e rallentare la diffusione geografica del virus”.