Roma, 17 ago. (askanews) – “I feriti in totale sono stati 16 a vario titolo, ne sono rimasti 9 ormai ma man mano che passano i giorni alcuni di loro potranno essere dimessi. Alla fine ne rimarranno 4 o 5 che avranno bisogno di più tempo per il recupero”. Lo ha detto Angelo Gratarola, responsabile del dipartimento internazionale regionale delle emergenze, facendo il punto sulla situazione dei feriti nel crollo di Ponte Morandi ancora ricoverati negli ospedali genovesi.
All’ospedale San Martino, in particolare, sono ricoverati i feriti più gravi, 2 dei quali in pericolo di vita. “Sono stabili – ha spiegato Gratarola – le condizioni del ragazzo genovese di 28 anni con fratture di bacino e di colonna non operate, mentre è stato già operato nella serata del 14 per una frattura dell’omero e per una lesione dei tessuti molli della spalla. Le sue condizioni sono in continuo miglioramento, anche dal punto di vista psichico. Il paziente -ha sottolineato il responsabile del Diar delle emergenze- ha una sua storia nella storia: oltre ad aver avuto un recupero rocambolesco, essendo rimasto appeso a testa in giù per 4 ore prima che i vigili del fuoco lo districassero dalle lamiere, è anche in attesa di diventare padre. Questa però è una ragionevole spinta al recupero”.
“Vi sono invece – ha proseguito Gratarola- due pazienti, un uomo e una donna, ricoverati in rianimazione generale. La donna, una signora di circa 75 anni che non era sul ponte ma sotto, oltre al trauma ha inalato i fumi di un principio di incendio e ha avuto un’intossicazione grave da monossido di carbonio. Ha avuto 2 cicli di camera iperbarica e le condizioni rimangono molto critiche. L’ultimo paziente, forse il più grave in assoluto, è un uomo di origini romene -ha concluso il responsabile del dipartimento internazionale regionale delle emergenze- che ha avuto un trauma toracico e un trauma cranico molto importante. Le sue condizioni sono molto critiche, è in coma farmacologico e vi è il dubbio sulla sua sopravvivenza”.