Milano, 13 feb. (askanews) – Alla vigilia della sentenza della Corte d’Appello di Milano sul caso di Marco Cappato, che si era autodenunciato in relazione al suicidio assistito di Dj Fabo, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, si è detto “sereno” perché “consapevole di aver fatto tutto quello che era nelle mie facoltà. Ho fatto il mio dovere e sono determinato, qualunque sia l’esito del processo. Andrò avanti in ogni caso”. Lo ha detto ai microfoni di Giornalettismo.
“Io spero che i giudici possano stabilire che la condanna con sanzioni pesanti dell’aiuto alla morte volontaria, senza nemmeno fare distinzioni se la persona è malata in maniera irreversibile e sottoposta ad accanimento terapeutico, è una violazione dei principi di libertà fondamentali” ha aggiunto.
“Oppure spero che il discorso venga rinviato davanti alla Corte Costituzionale: sarebbe una soluzione per rivedere finalmente una legge fatta durante il fascismo – ha concluso Cappato – che non fa distinzioni per quanto riguarda la morte volontaria, a prescindere dalle condizioni della persona”.