Dj Fabo, la fidanzata: morire per lui è stata vittoria

"Con battaglia per fine vita si sentiva vivo e utile"

DIC 4, 2017 -

Milano, 4 dic. (askanews) – Ottenere il suicidio assistito in Svizzera è stata una “vittoria” per Fabiano Antoniani. Soprattutto perché, con la sua battaglia pubblica a favore del fine vita, il 40enne milanese più conosciuto come Dj Fabo “si sentiva vivo e utile”. Lo ha sottolineato Valera Imbrogno, fidanzata nel dj che a fine febbraio scorso andò in Svizzera a morire, testimoniando nell’aula del processo milanese a carico di Marco Cappato, il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni imputato con l’accusa di aiuto al suicidio per averlo accompagnato da Milano alla clinica Dignitas, nei pressi di Zurigo, per il suicidio assistito.

“Mi ha chiesto lui di morire e io ho cercato di contrastarlo”, ha raccontato la fidanzata di Fabiano Antoniani in un’aula gremita. “Ho combattuto molto con lui – ha aggiunto – gli dicevo che mi sentivo sconfitta dalla signora Morte. Lui mi ripeteva che non dovevo affatto sentirmi sconfitta. ‘Questa per me è una vittoria’, mi disse”. Non è un caso, ha aggiunto Valeria Imbrogno, se “Fabiano decise di portare avanti questa sua battaglia in maniera pubblica. La libertà per lui è sempre stato un valore molto importante. E se questa scelta avrebbe smosso qualcosa per la libertà altrui, lui ne sarebbe stato contento. Si sentiva vivo e utile”.

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