Milano, 8 nov. (askanews) – L’intero girato dell’intervista rilasciata alla trasmissione “Le Iene” da Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, verrà proiettata nell’aula del processo milanese a carico di Marco Cappato, l’esponente dei Radicali imputato con l’accusa di aiuto al suicidio per aver accompagnato il quarantenne milanese dall’Italia alla Svizzera dove ha poi ottenuto il suicidio assistito. Lo hanno stabilito i giudici della Corte d’Assise di Milano accogliendo l’istanza dei pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini. “La visione di questo documento – hanno spiegato i magistrati in aula – è necessaria non per volontà scenografica della Procura, ma perché è rilevate da un punto di vista processuale”.
L’intenzione dei pm è mostrare al pubblico, alla Corte e in particolare ai giurati popolari quali fossero le condizioni del 40enne milanese, rimasto cieco e tetraplegico in seguito a un incidente automobilistico, prima di sottoporsi alla procedura del suicidio assistito. Soprattutto alzare un velo sulle sofferenze e la lunga agonia a cui Dj Fabo sarebbe andato incontro se, anziché scegliere di morire con un farmaco letale assunto dietro assistenza medica, lo avessero staccato dai macchinari che lo tenevano in vita. Un video choc dove si vede il 40enne che, una volta staccato il respiratore, non riesce a respirare in autonomia e, lentamente, inizia a soffocare. Già nella richiesta di archiviazione, poi respinta dal gip Luigi Gargiulo, i magistrati milanesi avevano fatto riferimento al “principio della dignità umana” che nel caso di Dj Fabo impone l’attribuzione “di un vero e proprio ‘diritto al suicidio'”.
Il processo a Cappato si è aperto di fronte a un’aula gremita di giornalisti, esponenti dei Radicali, ma anche studenti e curiosi. L’udienza è durata in tutto meno di un’ora.
Alla fine i giudici hanno ammesso tutte le prove e i testimoni chiesti dalle parti. La fase istruttoria occuperà lo spazio di due udienze previste per il 4 e il 13 dicembre. Per la requisitoria dei pm, le arringhe difensive e la sentenza sarà necessaria almeno un’altra udienza ancora da fissare in calendario.
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