Roma, 9 ott. (askanews) – Circa 20.000 i detenuti stranieri presenti, che rappresentano il 34,5% di tutti i detenuti. Oltre il 50% di questi risultano positivi al test alla Tubercolina che indica un pregresso contatto con il bacillo Tubercolare. Queste persone non presentano una malattia attiva, ma sono a rischio di svilupparla in caso di forti stress in grado di ridurre l’efficienza del proprio sistema immunitario.
Questi alcuni dei preoccupanti dati presentati a Roma al Congresso della SIMSPe, patrocinato dalla SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali: oltre 200 specialisti riuniti in occasione della XVIII Edizione del Congresso Nazionale SIMSPe-Onlus ‘Agorà Penitenziaria’. Un confronto multidisciplinare, tra medici, specialisti, infettivologi, psichiatri, dermatologi, cardiologi, infermieri, organizzato insieme alla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT.
I dati SIMSPe sui detenuti in Italia risultati Tubercolino positivi, indicano un rischio che è 5,7 volte superiore per chi ha avuto precedenti detenzioni, 4,9 volte superiore per gli stranieri, 3,8 volte superiore per i detenuti di età superiore a 40 anni. La detenzione e’ un’occasione straordinaria per il controllo clinico, l’educazione sanitaria e le eventuali profilassi o terapie delle malattie infettive e segnatamente della Tubercolosi, eventualmente diagnosticate.(Segue)