Roma, 16 lug. (askanews) – I primi cittadini dei Comuni dei monti Nebrodi, nel Messinese, riuniti in assemblea su iniziativa del sindaco di Castell’Umberto, da ieri al centro delle cronache per capeggiare una protesta contro il trasferimento di una cinquantina di immigrati in una struttura ex alberghiera della zona, al confine con il territorio di Sinagra, sono concordi nel contestare tempi e modi degli arrivi di migranti pur non dichiarandosi contrari all’accoglienza. Questa, però, va concordata con gli enti locali e non imposta dall’alto con decisioni improvvise e unilaterali, dicono, respingendo ogni etichetta di razzismo. E i progetti Sprar sono condivisi, ma a condizione che il dialogo tra istituzioni e cittadini sia corretto e costante.
In questa ottica, i sindaci dei Nebrodi invocano un incontro con il prefetto di Messina, che ha organizzato il trasferimento al centro delle polemiche, “per decidere insieme” come procedere in futuro con un piano che consenta di organizzare un’accoglienza “seria e responsabile” in sintonia con l’ente locale interessato.
Non cessa comunque il presidio di protesta all’esterno dell’ex albergo dove sono ospitati i 50 immigrati, nonostante la pioggia battente, e durerà, assicurano gli abitanti della zona, “finché non saranno spostati”.