Roma, 3 giu. (askanews) â Alopecia, modifiche nel colore della pelle, aumento di peso e menopausa sono cambiamenti che comportano la perdita della propria identitĂ e immagine corporea nelle donne colpite da tumore dellâovaio. Le cure spesso innescano nella mente di una paziente un circolo vizioso: oltre alla patologia, molto spesso ci si ammala di solitudine, di isolamento, di depressione. La malattia mette âkoâ anche perchĂŠ quel 30% dei casi in cui il carcinoma non è asportabile completamente o perchĂŠ è troppo avanzato o perchĂŠ localizzato in sedi dove lâaccesso è chirurgicamente difficile, bisogna passare alla chemioterapia e spesso gli effetti collaterali sono pesanti e le recidive dietro lâangolo. Nel 70-80% dei casi infatti la malattia si âriaccendeâ e nonostante i farmaci la mediana di sopravvivenza è ferma a circa 4 anni.
Per dare una risposta proprio a queste pazienti e migliorare la terapia è in corso lo studio âInovatyonâ (INternational OVArian cancer patients Trial with YONdelis), che coinvolge 598 pazienti in tutta Europa. LâItalia è capofila del progetto con oltre cento Centri deputati allâarruolamento delle donne e con lâIstituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano tra i piĂš attivi: ÂŤEâ uno studio di strategia terapeutica, per capire la capacitĂ della trabectedina nellâaumentare la sensibilitĂ alla tradizionale chemioterapia con il platino. Lâobiettivo è dare una risposta alle donne che oggi recidivano e che noi vogliamo portare a una maggiore sopravvivenzaÂť, spiega Nicoletta Colombo, Direttore Programma Ginecologia Oncologica dello IEO in occasione del Congresso Americano di Oncologia (ASCO), che riunisci in questi giorni a Chicago oltre 30mila tra medici, specialisti, infermieri, associazioni e figure coinvolte nella lotta al cancro. Lo studio si muove dal presupposto che ci sia un âeffetto sequenzaâ positivo tra la trabectedina, una molecola che deriva da un piccolo organismo invertebrato marino, prodotta da PharmaMar, e il platino. Al momento in caso di recidiva del tumore infatti il medico sceglie una delle due opzioni. Con âInovatyonâ si vuol capire e dimostrare che lâutilizzo della trabectedina possa aumentare lâefficacia della chemioterapia standard e quindi aumentare gli anni di vita e anche la qualitĂ di vita delle pazienti.
In Italia vivono oltre 45mila donne con pregressa diagnosi di tumore dellâovaio, il 2% di tutte le pazienti con tumore. Oltre il 60% dei casi prevalenti ha affrontato la diagnosi da oltre 5 anni. La proporzione maggiore di casi prevalenti si osserva nella fascia di etaâ 60-74 anni (326/100mila). Eâ un vero e proprio âkiller silenziosoâ, responsabile ogni anno della morte di oltre 140 mila donne in tutto il mondo, oltre 3 mila in Italia. Rientra tra le prime 5 cause di morte per tumore tra le donne in etaâ inferiore a 50 anni (quarto posto, 6% del totale dei decessi oncologici) e tra le donne con 50-69 anni dâetaâ. Rappresenta circa il 30% di tutti i tumori maligni dellâapparato genitale femminile e occupa il decimo posto tra tutti i tumori nelle donne, con il 3% di tutti i casi.