Roma, 31 mag. (askanews) – “Se avessi creduto”, “Io non sono il cancro”, “Rinascita”, “Il mio sguardo”, “Una storia dall’apparenza semplice”, “Sudore di ghiaccio”: già dai titoli si capisce che il Quaderno dei Racconti 2015 dal progetto “Raccontami di Te”, di pazienti, familiari e operatori sanitari del Regina Elena, regala emozioni, coinvolge, stimola l’animo, ed è “la chiave che apre la serratura di una medicina personalizzata”. Infatti il libro nasce da un progetto di medicina narrativa che sta evolvendo in comunicazione digitale, grazie a una piattaforma interamente realizzata per l’applicazione della medicina narrativa nella pratica clinica.
L’Oncologia Medica 1 dell’Istituto Regina Elena di Roma è la prima realtà in Italia che utilizza la cartella narrativa digitale come integrazione alla cartella clinica di pazienti affetti da neoplasia in trattamento chemioterapico. L’uso della comunicazione digitale consente al medico e all’assistito di scegliere i tempi della scrittura e dell’ascolto. Il paziente scrive quando si sente, quando riesce, quando ha un bisogno. Il medico legge e condivide con l’intero team curante osservazioni e feedback. L’obiettivo ultimo è l’acquisizione di elementi narrativi del paziente che il medico durante la regolare attività assistenziale utilizzerà, integrandoli con i dati clinici, per personalizzare il percorso diagnostico- terapeutico. “Si tratta di uno studio pilota – dichiara Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico IRE – il cui obiettivo è quello di valutare la fattibilità e la utilità dello strumento dal punto di vista del medico e dell’assistito. E’ previsto l’inserimento di un piccolo gruppo di pazienti ed i risultati preliminari saranno disponibili fra tre mesi”.
“E’ un modo diverso di recuperare il dialogo e i tempi della cura – sottolinea Francesco Ripa Di Meana, Direttore Generale IFO – per realizzare una assistenza personalizzata. Valorizzare la narrazione facilita la relazione tra operatore sanitario e paziente e tra gli stessi operatori. La tecnologia a supporto della centralità della persona potrebbe rappresentare una opportunità unica. Il tema è interessante e in base ai risultati che osserveremo sarò felice di sostenerne gli sviluppi”. Oggi all’Istituto Tumori Regina Elena sono stati presentati i risultati dello studio osservazionale basato sulla raccolta, analisi e condivisione delle narrazioni e si è parlato dell’avvio del progetto AMENO, cartella digitale narrativa. La lettura di passi del Quaderno dei Racconti 2015, distribuito ai presenti ha chiuso l’evento.
Quando si parla di medicina narrativa si pensa subito ad una relazione medico paziente caratterizzata da maggiore vicinanza e attenzione. E spesso si tende ad associare questi aspetti ad una relazione faccia a faccia. La diffusione delle tecnologie digitali di conversazione, soprattutto nella salute, mostra come la narrazione mediata da un computer o uno smartphone possa essere ugualmente efficace ed empatica. Il medico non sempre, e per mille fattori, riesce ad ascoltare e gestire i vissuti emotivi e i bisogni della persona malata. Nella maggior parte dei casi non ha tempo reale per questo tipo di ascolto. A sua volta il paziente, nel corso della visita, tende a non ricordare con chiarezza, è confuso, talvolta in soggezione, vorrebbe fare tante domande ma non ne ricorda una. “Digital Narrative Medicine (DNM) – spiega Cristina Cenci, Antropologa, creatrice della piattaforma digitale e socia fondatrice del Center for Digital Health Humanities e della Digital Narrative Medicine – è un diario digitale, uno strumento web e mobile, che il team terapeutico offre al paziente per raccontare la sua storia. Il sistema non prevede una chat o un dialogo tra curante e paziente, ma il paziente potrà raccontare più agevolmente la sua storia ed evidenziare le proprie esigenze, costruendo un percorso narrativo utile alla diagnosi e alla terapia”.