Roma, 20 mag. (askanews) – Francesca Musacchio, direttore di Ofcs.report e giornalista de Il Tempo, oggi sul quotidiano romano denuncia di avere subito un’aggressione in una moschea-garage della Capitale: “‘Andate via di qua, dovete andare via. Altrimenti faccio uscire tutti’. In pochi secondi siamo circondati da una decina di uomini, alcuni vestiti con la veste lunga come d’uso per i musulmani osservanti. La tensione e la paura nei box di via Alo’ Giovannoli, nel quartiere di Tor Pignattara a Roma, dove si trova una moschea non autorizzata e gestita da un gruppo di bengalesi, è salita in pochi secondi”. A raccontare l’accaduto è la stessa Musacchio che prosegue: “è venerdì di preghiera. Intorno all’ora di pranzo abbiamo deciso di andare a vedere cosa succede all’interno di alcuni garage sotterranei dove da anni si cela una moschea. Nel bel mezzo della nostra visita, però, siamo stati avvicinati e minacciati verbalmente dai numerosi presenti, intenzionati a non farci avvicinare alla struttura. Il luogo di culto, infatti, da anni è al centro di una complicatissima vicenda combattuta a suon di denunce da parte dei residenti per presunte violazioni della destinazione d’uso dei locali e fascicoli scomparsi dagli uffici competenti del Municipio V”.
“Lunedì è previsto il sopralluogo della Commissione trasparenza del Comune di Roma, sollecitato dai consiglieri di Fratelli d’Italia che da tempo segnalano le presunte irregolarità. Il rischio, però – prosegue Musacchio dalle pagine del quotidiano – è che proprio in quella giornata non ci sarà quell’afflusso di fedeli come ieri. E così, per documentare ciò che accade, abbiamo sostato davanti ai cancelli di via della Maranella 47, l’ingresso dei box condominiali. Con una scusa proviamo a fare qualche foto, ma la reazione è immediata: ‘Voi non avete diritto a stare qui’, urla un uomo, probabilmente il responsabile del luogo di culto che ci osservava da quando siamo arrivati. La nostra presenza in quel pezzo di città, alla periferia est, inflazionata dalla presenza di stranieri, moschee e alimentari gestiti da bengalesi, non è passata inosservata”.