Roma, 13 apr. (askanews) – L’Unità di analisi del crimine violento, nata nel 1994 con l’obiettivo di supportare l’autorità giudiziaria nei casi di omicidi particolarmente efferati, è alla disperata caccia di uno dei più pericolosi serial killer italiani. Orco, chiamato così per via di una mostruosa maschera con cui si nasconde il volto, è scaltro, intelligente, feroce, inesorabile. Dileggia le forze dell’ordine.
Prende il via così ‘Il confine dell’ombra’ la nuova opera di Gianluca Arrighi, giovane e valente avvocato, ma anche scrittore di successo. Il penalista ha pubblicato i romanzi Crimina romana (Baldini Castoldi Dalai 2009), Vincolo di sangue (Baldini Castoldi Dalai, 2012) e L’inganno della memoria (Nord, 2014), rimasto per quasi tre anni ai vertici delle classifiche dei Bestseller.
Il modus operandi del mostro descritto da Arrighi cambia da vittima a vittima e non lascia mai una firma precisa. Il commissario Pietro Tolfa, dopo aver lasciato il suo incarico alla Procura di Roma, è da poco stato nominato direttore dell’Unità e riceve da Orco un messaggio preciso. Il Mostro chiede che nelle indagini sia coinvolto un uomo che da tempo non fa più parte dei ranghi dello Stato. Lo stesso uomo con cui Tolfa aveva lavorato in passato e che, a suo avviso, non avrebbe mai accettato di investigare ancora su degli omicidi seriali: l’ex pubblico ministero Elia Preziosi.
Per quale motivo Orco vuole Preziosi? L’ex magistrato vive ormai lontano da Roma e dalla Procura. È un uomo che vuole dimenticare il suo passato. Ma è anche un uomo di legge. E così dopo una scelta tormentata, il suo desiderio di giustizia prevarrà ancora una volta, e tornerà in prima linea. Inizierà così la sua lotta contro il tempo nel tentativo di sventare un piano folle e diabolico.