Molinella, 11 apr. (askanews) – L’auto rallenta, il primo militare si avvicina e ispeziona il baule mentre il collega col mitra puntato parla con l’autista. Se l’auto transita più volte, l’operazione si ripete identica. Così da oltre 48 ore. L’angolo tra via Podgora e via Romagne è appena fuori dal centro di Molinella, ma sembra già di essere in piena campagna: chilometri di verde, casolari abbandonati ovunque, tre fiumi che quasi si intersecano e proseguono per decine di chilometri. E quando vicino alla caserma dei carabinieri qualcuno riferisce che è stata identificata l’area in cui potrebbe nascondersi “Igor il russo”, come si faceva chiamare in carcere, il killer di Budrio, gli sguardi scettici si moltiplicano. “Potrebbe essere ovunque” ammette un po’ sconsolato un militare in servizio. Non lo dice a microfoni, ma è lo stesso sindaco Dario Mantovani a far notare che “questo è un comune molto piccolo, ma ha un’estensione maggiore di quella di Bologna”.
L’uomo a cui si dà la caccia da sabato primo aprile e che dopo aver ucciso il barista di Budrio, avrebbe per gli inquirenti freddato una guardia ambientale forestale, ha cambiato negli anni molti alias e sa nascondersi. Le foto su Facebook rimandano profili e immagini diverse di quello che ad oggi è stato identificato dagli investigatori come Ezechiele Norbert Feher, serbo.
Ogni pattuglia dei carabinieri ha una mappa dei comuni e delle frazioni della bassa bolognese, al confine con Ferrara e poco più in là con la provincia di Ravenna, dove ora potrebbe nascondersi. E di fianco al navigatore due foto del killer che ha ucciso l’1 aprile Davide Fabbri, titolare del bar di Riccardina a Budrio e la settimana dopo, la sera del 9 aprile, la guardia volontaria Valerio Verri a Mezzano. Due foto, ma la stessa persona; una foto di quando “Igor il russo” venne arrestato oltre cinque anni fa con gli occhiali da sole e una foto ripescata dai social nel profilo di tale Ezechiele in giacca e cravatta. (segue)