Roma, 13 nov. (askanews) – A Siviglia, il 27 e 28 novembre prossimi, si delineerà la politica spaziale europea dei prossimi anni. A decidere investimenti e priorità l’Agenzia spaziale europea e i suoi Stati membri riuniti in Spagna per la Ministeriale Esa, importante appuntamento a cui in Italia ci si prepara da mesi, come racconta ad askanews il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia, che preannuncia la volontà del nostro Paese di investire maggiormente per posizionare l’Italia – terzo contributore Esa dopo Francia e Germania – in maniera ancora più forte su alcuni programmi specifici.
“Questa è una Ministeriale importante, anche più delle precedenti perché l’Esa – spiega Giorgio Saccoccia – chiede agli Stati membri di contribuire a tutta una serie di nuovi programmi che avranno delle ricadute nel tempo ben oltre le ministeriali più recenti. Partono programmi nuovi legati all’evoluzione del sistema Copernicus, satelliti per l’Osservazione della Terra che fanno parte della vita quotidiana, i loro dati li utilizziamo tutti i giorni. Poi la nostra possibile partecipazione all’esplorazione lunare stimolata recentemente dagli americani – aggiunge il presidente dell’Asi riferendosi al programma Artemis della Nasa che punta a riportare l’uomo sulla Luna nel 2024 -. Parliamo di un nuovo programma legato alla sicurezza per possibili eventi naturali o artificiali dallo spazio, protezione dai rifiuti spaziali, prevenzione di possibili minacce da asteroidi. Quindi è un momento fondamentale per l’Italia che è uno dei Paesi più importanti in Esa ed è uno dei pochi Paesi al mondo a lavorare su tutta la filiera dello spazio. Dobbiamo preparare i passi successivi del trasporto spaziale in cui l’Italia ha un ruolo fondamentale – prosegue il numero uno dell’Asi riferendosi al lanciatore Vega prodotto da Avio – per una scelta importante fatta tanti anni fa e che mantiene al meglio. Quindi andiamo lì per difendere e possibilmente per far crescere il ruolo italiano in Europa”.
L’Italia è il terzo contributore dell’Esa dopo Francia e Germania e come gli altri Stati membri lavora per assicurarsi ritorni importanti dagli investimenti.
“Arrivare alla ministeriale – sottolinea Saccoccia – vuol dire aver fatto un lavoro di preparazione lunghissimo, di interazioni con il mondo Esa, con gli altri Stati membri, negoziazioni per arrivare a un possibile accordo che ottimizzi le risorse a livello europeo e, ovviamente, a livello dei singoli Stati membri. L’Esa funziona in termini di ritorno geografico: gli Stati membri mettono un euro e questo euro deve tornare sottoforma di contratti industriali, attività per le imprese e la ricerca dei Paesi che contribuiscono. Dei grandi Paesi l’Italia è quello che è in cosiddetto ‘sovraritorno’; questo vuol dire che ci viene restituito più di quanto investiamo, perché la nostra industria è particolarmente brava, perché il nostro settore spaziale è particolarmente efficace. A volte si dice erroneamente che Germania e Francia la fanno da padrone, in realtà – specifica il presidente dell’Asi – non è così. Siamo noi che, pur essendo terzo Paese contributore, abbiamo più ritorno di quanto investiamo. Questo a livello specifico di investimento, ma non dimentichiamo che a livello economico lo spazio è uno dei settori che genera maggiore ritorno economico. Nell’approccio verso la Ministeriale abbiamo fatto un’analisi, condivisa anche con Esa, su quanto ritorna in termini di valore di ogni euro investito. Lo spazio, nel nostro caso, arriva a generare ritorni da 4 a 7 volte superiori all’investimento”. È la Space Economy, importante volano di crescita del Paese. “Sì, quelli nel settore spaziale sono investimenti che vale la pena di fare per supportare la crescita di un Paese”, sottolinea Saccoccia.
L’Italia dunque ha intenzione di investire di più?
“Dobbiamo farlo in ogni caso anche se volessimo solo rimanere al livello precedente perché è una Ministeriale dove vengono richieste cifre maggiori globalmente e poi vorremmo investire di più, e questo è stato condiviso, il sottosegretario Fraccaro (il sottosegretario con delega allo Spazio che presiede il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio, ndr) lo ha detto chiaramente, perché ci sono una serie di temi dove vorremmo posizionare l’Italia in maniera molto forte, più forte che in precedenza. E quindi siamo pronti a farlo. Se le condizioni si verificheranno, come speriamo, l’Italia è pronta a investire maggiormente”.