Cultura Roma, 22 ago. (askanews) – Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha rivendicato la scelta di Andrea De Pasquale con direttore dell’Archivio di Stato e ha replicato alle contestazioni spiegando che la nota di “esaltazione” della figura del dirigente missino Pino Rauti non va attribuita alla responsabilità del funzionario in questione. Franceschini, si legge in una nota, “ha risposto stamattina alla lettera che il presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna, Paolo Bolognesi, ha inviato a lui e al presidente del Consiglio, Mario Draghi, in merito alla recente nomina del direttore dell’Archivio di Stato”. Questo il testo integrale della lettera: “Caro Presidente, ho letto con grande attenzione e rispetto le lettere e le dichiarazioni pubbliche sue e di esponenti delle associazioni delle vittime delle stragi sulla nomina del Direttore dell’Archivio Centrale dello Stato. Ho ben compreso la preoccupazione, perché da anni seguo e sostengo il vostro faticoso cammino alla ricerca della verità. Sento, per questo, il dovere di spiegare le ragioni della scelta, di cui mi assumo la piena responsabilità”. “Tra i dirigenti del Ministero che hanno presentato domanda alla procedura di interpello, ho ritenuto – ha affermato Franceschini – il dottor De Pasquale il più idoneo in quanto, oltre a possedere i necessari titoli di archivista, ha, negli ultimi anni, diretto con molta efficacia la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma avviando iniziative di alto livello culturale come gli ‘Spazi ‘900’ per acquisire e valorizzare archivi o biblioteche di grandi autori come Pierpaolo Pasolini, Elsa Morante e, da ultimo, Italo Calvino, il cui bellissimo spazio dedicato in biblioteca, con ricostruzione dello studio, è stato appena inaugurato”. “So bene – ha proseguito il ministro – che, diversi mesi fa, si aprì una polemica in occasione dell’acquisizione tramite donazione, nell’ambito della ordinaria attività di biblioteche e archivi, del fondo Rauti, già vincolato nel 2017 dalla soprintendenza archivistica. Posto che dovere delle istituzioni è accogliere tutto il materiale documentale utile, ora e nel futuro, alla ricostruzione della storia e al lavoro degli studiosi indipendentemente (ci mancherebbe altro!) dai percorsi politici dei proprietari di quelle carte, in quella occasione apparve una nota nel sito del ministero che nel titolo definiva Rauti uno statista. La nota, di cui non era autore il dottor De Pasquale, fu ritirata nel giro di qualche ora e lo stesso scrisse subito una lettera, per spiegare e scusarsi, alle associazioni vittime delle stragi. Da parte mia, feci mandare al mio Capo di Gabinetto una nota con un richiamo severo agli uffici. Ora, non credo che questo episodio, del novembre 2020, possa essere un elemento sufficiente per mettere in discussione una nomina fatta, come doveroso, esclusivamente in base al curriculum professionale, con una procedura già completata da giorni con la firma mia e del Ministro della Funzione Pubblica, su delega del Presidente del Consiglio”. “In ogni caso, vorrei garantire – ha sottolineato ancora il ministro della Cultura – l’impegno massimo e continuo, mio e del governo, affinché tutte le procedure previste dalle direttive Prodi, Renzi e Draghi vengano attuate con celerità e totale trasparenza. Per questo vorrei dirvi che le preoccupazioni non hanno ragione di esistere. Lo dimostrano anche le parole di pochi giorni fa con cui il neo direttore ha dissipato ogni dubbio sul suo totale impegno sull’assicurare la fruizione dei documenti oggetto di declassificazione in base alle direttive. Parole importanti per fugare dubbi, ma forse nemmeno necessarie, perché i dirigenti devono sempre e comunque applicare le norme, e così sarà, anche grazie alla vostra civica vigilanza e alle sollecitazioni che ci rivolgete e di cui vi ringrazio”, ha concluso Franceschini.
Archivio Stato, Franceschini: nomina De Pasquale già completata
Polemica su Rauti episodio insufficiente a metterla in discussione