Christian Greco: i musei come presidio di libertà e democrazia

Un'intervista con il direttore del Museo Egizio di Torino

FEB 6, 2023 -

Torino, 6 feb. (askanews) – È uno dei musei Italiani più noti al mondo, nonché il più antico dedicato all’Egitto, secondo solo a quello del Cairo. Il Museo Egizio di Torino, oltre che una riserva di tesori, è anche un interessante caso di museologia contemporanea, un luogo di studio capace di aprirsi al pubblico battendo strade diverse, come per esempio la recente partnership con il gruppo Alpitour.

Abbiamo incontrato il direttore Christian Greco e con lui abbiamo parlato di cosa significa fare cultura oggi in un museo.”Ben venga – ha detto ad askanews – che noi siamo degli hub di attrazione per il turismo, ma non dimentichiamoci che siamo la spina dorsale di questo Paese, siamo la memoria culturale di questo Paese, senza memoria il Paese non ha presente e non. Ha futuro. Quindi visitare anche una cultura che sembra lontana, in realtà è la pagina di un libro che ci permette di comprendere a che punto siamo arrivati noi nella nostra vita, e quindi rendere la cultura accessibile a tutti, trovare dei modi per declinare dei concetti complessi, però rendendoli fruibili da tutti è il nostro compito, perché, come ho ribadito più volte, il museo deve mettere al centro della sua programmazione la ricerca e la formazione”.

L’idea di fondo è quella di essere sempre più inclusivi, di abbattere quella insensata aura di “sacro” che troppo spesso viene costruita intorno alla cultura e che si rivela esclusivamente un elemento respingente. Il tutto, ovviamente, senza rinunciare mai alla qualità della ricerca, per Greco altra parola chiave imprescindibile.

“I musei – ha aggiunto il direttore – devono diventare sempre di più hub di approfondimento, un luogo in cui si possa capire la complessità della realtà, in cui si possa avere la forza di dire che non ci sono risposte semplici a fenomeni complessi, un luogo in cui si possa avere anche la possibilità di fare una disamina delle fonti su quello che, per esempio, la Rete ci presenta in maniera indiscriminata. Noi abbiamo una cultura materiale che pone dei paletti: dobbiamo essere un luogo di confronto, un presidio di libertà e democrazia”.

Confronti che possono coinvolgere sarcofagi o papiri millenari, ma che riguardano, sempre, l’essere umano e quindi vivono in ogni caso di stringente contemporaneità.