Salerno, 2 lug. (askanews) – I ricercatori italiani all’estero come ambasciatori di eccellenza che lavorano alla cooperazione tra i Paesi in ambito scientifico e medico: è in questo contesto che il ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi ed il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Marco Bussetti, hanno conferito ad Alessio Fasano, direttore del Dipartimento di pediatria del MassGeneral Hospital for Children di Boston e presidente della Fondazione Ebris, il “Premio bilaterale di cooperazione scientifica italiana”.
Fasano racconta così il lavoro che lo ha portato al prestigioso riconoscimento: “Il premio che mi è stato assegnato – dice – riconosce il lavoro delle persone che lavorano all’estero e che abbiano favorito le interazioni tra i ricercatori stranieri e quelli italiani per fare avanzare le conoscenze scientifiche ad altissimi livelli. Credo che Ebris, il posto in cui ci troviamo, è uno dei motivi per cui ho ricevuto questo riconoscimento: è un centro di eccellenza in cui abbiamo l’ambizione di creare un ambiente di collaborazione internazionale ad alto livello, e anche di formazione della prossima generazione di scienziati che speriamo di formare in Italia e che una volta formati auspichiamo restino come valore aggiunto e non perderli invece perché vanno all’estero”.
Scienziato di fama internazionale con oltre 35 anni di esperienza accademica, pediatra, gastroenterologo e ricercatore, Alessio Fasano è considerato uno dei massimi esperti mondiali su celiachia e nutrizione. Nel 2012 ha lavorato alla creazione dell’Istituto Europeo di Ricerca Biomedica di Salerno (Ebris) frutto della cooperazione tra il Massachusetts General Hospital di Boston e la Fondazione Scuola Medica Salernitana; un’iniziativa dall’obiettivo ambizioso. “Il motivo fondamentale – dice Fasano – è quello di avere un posto in cui non esistono barriere, non esistono confini; ma dove invece è possibile lavorare insieme su progetti importantissimi che facciano la differenza per milioni di persone che soffrono di malattie che adesso non hanno ancora soluzione, ma che noi speriamo di trovare, come l’autismo, la celiachia o le malattie oncologiche”.
Parlando del suo lavoro Fasano non risparmia una nota polemica verso l’atteggiamento culturale con il quale nel nostro Paese si guarda al mondo della ricerca. “L’Italia è un paese dove la ricerca viene ancora considerata come un hobby – afferma Fasano – Quello che si investe nella ricerca è una sovvenzione e non un investimento. Il concetto di investimento presuppone che si mettano dei soldi per avere poi un ritorno. Questo succede in tutte le altre parti del mondo, ma qui no. Ebris ha l’ambizione di cambiare questo atteggiamento, cioè di portare la ricerca ad un respiro internazionale non solo per i tipi di progetti, ma anche per il modus operandi: ovvero se investiamo bene ci sarà anche un ritorno nell’investimento”.
Con 4 laboratori per un totale di 120 postazioni dotate di attrezzature scientifiche all’avanguardia, Ebris ospita fra gli altri, spin off e gruppi di ricerca fra cui il laboratorio di Metabolomica e Chimica Farmaceutica dell’Università degli Studi di Salerno diretto Pietro Campiglia. “Ebris è una eccellenza nel campo della ricerca e nel concetto innovativo della ricerca stessa – dice Campiglia – cioè di determinare l’aggregazione di diverse istituzioni. Difatti in questo struttura abbiamo la partecipazione dell’Università degli studi di Salerno, gli strutturati Ebris, la Fondazione Melanoma, l’Istituto Zooprofilattico. Questo è un concetto importante in cui c’è la completa integrazione dei saperi e delle diverse discipline”.
Fondazione Ebris è coinvolta come centro coordinatore in progetti internazionali per un valore complessivo superiore ai 30 milioni di euro.