Roma, 7 feb. (askanews) â Dopo oltre mezzo secolo lâumanitĂ si prepara a tornare sulla Luna e questa volta per restarci, per abitarla in modo permanente, per sfruttarne le risorse e per creare un avamposto da cui partire alla conquista del Pianeta rosso. âBase Luna chiama Terraâ tra una manciata di anni potrebbe non essere piĂš solo una frase da film di fantascienza. Lâambiente non sarĂ estremo come quello che ancora piĂš in lĂ nel tempo lâuomo conta di sperimentare su Marte, ma certamente non sarĂ facile vivere sul nostro satellite naturale, esposti alle radiazioni, a piogge di meteoriti che a causa dellâassenza di atmosfera si schiantano sulla superficie che infatti è caratterizzata da crateri, circa 300mila contando quelli con un diametro di almeno 1 km. Quanti meteoriti colpiscono la Luna? Con quale frequenza? Quale sarĂ lâentitĂ del rischio per astronauti e strutture? A queste domande intende rispondere la missione dellâAgenzia spaziale europea LUMIO (Lunar Meteoroid Impacts Observer), finanziata dallâAgenzia spaziale italiana, sotto la guida del Politecnico di Milano con il gruppo DART (Deep-space Astrodynamics Research and Technology) che fa capo a Francesco Topputo, ordinario di Sistemi Spaziali al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali. âLâobiettivo scientifico di LUMIO â spiega il prof. Topputo ad askanews â è monitorare il lato nascosto della Luna, quello che da Terra non vediamo, per rilevare i meteoroidi che colpiscono la sua superficie, piccole rocce che per la loro dimensione ridotta non possono essere rilevate con i telescopi da terra. Quando un meteoroide si dirige verso la Terra a contatto con lâatmosfera si distrugge e lascia una scia luminosa osservabile, sulla Luna che è priva di atmosfera il meteoroide colpisce la Luna provocando un cratere e rilasciando anche un breve flash luminoso. Con LUMIO vogliamo rilevare la presenza di questi flash. Ad ogni flash â prosegue il responsabile della missione â assoceremo lâimpatto di un meteoroide e alla fine saremo in grado di quantificare il flusso che investe la Luna per quantificare il rischio a cui saranno esposti i prossimi avamposti lunari, le basi che si costruiranno sulla superficie del nostro satellite nei prossimi anni, e quindi gli astronautiâ. Questo tipo di monitoraggio, spiega Topputo, non può essere fatto da Terra. âDa pochi anni esistono dei programmi â uno americano e uno europeo â che guardano da terra il lato piĂš vicino della Luna ma la presenza dellâatmosfera attenua il segnale; inoltre è possibile fare osservazioni per poche ore a notte a patto di avere condizioni metereologiche favorevoli, e si può osservare solo la Luna nuova quando non è illuminata perchĂŠ se puntassimo i telescopi in altri momenti sarebbe difficile distinguere i flash. Nello spazio invece si possono fare osservazioni ininterrotte per 14 giorni, senza il disturbo dellâatmosfera e senza la luce riflessa dalla Terra, ottenendo quindi una qualitĂ della misura molto miglioreâ. LUMIO è un CubeSat 12U, delle dimensioni di 30x20x20 cm, del peso di circa 25 kg, alla cui realizzazione contribuiscono i partner del consorzio che comprende oltre allâItalia anche lâagenzia spaziale norvegese. âIl Politecnico di Milano è capofila del consorzio quindi noi ci occupiamo dellâanalisi di missione e di tutti gli aspetti scientificiâ. Il satellite è progettato dallâArgotec di Torino, azienda specializzata nei CubeSat, piccoli satelliti sempre piĂš sfruttati per missioni spaziali: il loro LICIACube, è stato compagno di viaggio della missione di difesa planetaria DART, e ArgoMoon è stato a bordo della missione della Nasa Artemis I. Leonardo, nella sede di Campi Bisenzio vicino Firenze, realizzerĂ la camera ad alta risoluzione che riprenderĂ la Luna, scattando 15 immagini al secondo. âImmagini â spiega Topputo â che saranno processate a bordo e che, opportunamente analizzate, ci permetteranno di individuare con certezza la presenza dei flash a indicare lâavvenuto impatto dei meteoroidiâ. Lâazienda romana IMT realizzerĂ il trasponder in banda X per le comunicazioni e il meccanismo di rotazione dei pannelli solari mentre Nautilus, spinoff dellâUniversitĂ di Bologna e del Politecnico di Milano â di cui il prof. Topputo è co-founder â si occuperĂ del segmento di terra e delle operazioni di controllo del volo. âUn aspetto innovativo â sottolinea â perchĂŠ attualmente per lo spazio profondo questa competenza esiste solo presso lâEsa; Nautilus punta a privatizzare i servizi di controllo del volo e a erogarli a basso costo e lâesperienza di LUMIO sarĂ determinanteâ. Infine, la norvegese S&T si occuperĂ della realizzazione del processore di bordo che elaborerĂ in tempo reale i dati provenienti dalla LUMIO-Cam di Leonardo. âLa durata nominale della missione â prosegue Francesco Topputo â è di un anno ma noi possiamo fare osservazioni scientifiche solo 6 mesi in quanto siamo soggetti alle fasi lunari; siamo quindi alla ricerca di idee per sfruttare LUMIO nei restanti 6 mesi. Per questo il 13 febbraio a Roma, nella sede dellâAgenzia spaziale italiana, abbiamo organizzato un workshop rivolto alla comunitĂ scientifica, per raccogliere proposte e idee che poi valuteremo, selezionando le piĂš interessanti, in modo da poter sfruttare pienamente la missioneâ. Ideata da Polimi nel 2017, LUMIO ha vinto una competizione europea, è stata giudicata da Esa fattibile e con il sostegno dellâAsi e delle agenzie spaziali olandese e norvegese è stato realizzato lo studio preliminare di Fase A. Attualmente la missione è nella Fase B che si concluderĂ a fine settembre. âLâAsi ci ha assicurato il suo sostegno per cui nel 2024 prevediamo di essere in fase C e nel 2025-26 in fase D che vedrĂ la costruzione del satellite. Lâipotesi di lancio al momento è tra la fine del 2026 e lâinizio del 2027. Stiamo esplorando con lâAgenzia spaziale italiana le opportunitĂ di lancio perchĂŠ dobbiamo agganciarci come carico secondario a una missione primaria diretta verso la Luna. Al momento â conclude il prof. Topputo â sono in programma tante missioni verso il nostro satellite, soprattutto americane, quindi stiamo interagendo sia con la Nasa che con aziende private per trovare un âpassaggio'â. (Luciana Papa)
Prepararsi a vivere sulla Luna: Polimi guida la missione Esa LUMIO
Topputo: "A caccia dei meteoroidi che colpiscono la superficie"
