Landini: Draghi ci convochi e dia risposte o sarà mobilitazione

Faremo il nostro mestiere, ma pronti a fare accordi

GIU 5, 2022 -

Governo Roma, 5 giu. (askanews) – “Oggi mi sembra che la situazione sia drammatica. E’ il momento di intervenire e agire. Stiamo dicendo al Governo di convocarci per dare le risposte. Se queste cose non avvengono, abbiamo gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione. Se non lo si fa, faremo il nostro mestiere. Siamo pronti a fare degli accordi, se necessario, su fisco, contratti, superamento della precarietà, politiche industriali. Allo stesso tempi, se non siamo ascoltati quello che possiamo fare è mettere in mobilitazione le persone per essere in grado di portare a casa dei risultati. Non è che abbiamo altri strumenti”. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, a “Mezz’ora in più”. “Non è che ci possiamo scegliere i governi – ha detto – noi facciamo i conti con il presidente del consiglio e i ministri che ci sono. Tutti hanno cominciato a fare la campagna elettorale e sanno che tra un pochino devono andare a votare per chiedere conto. Dico debbono sapere che, se vogliono recuperare un consenso, devono rispondere ai temi e ai problemi che poniamo”. Secondo Landini “o i partiti e il Parlamento tornano in sintonia con i cittadini o rischiano conseguenze pesanti. Quando la metà dei cittadini non va a votare, perché non si sente rappresentato, questo deve suonare da campanello d’allarme”. Il numero uno della Cgil ha poi citato l’ex presidente del consiglio, Romano Prodi: “Diceva che non si può essere ricchi e coglioni per più di due generazioni”. Landini ha aggiunto che il Paese vive una situazione critica e anche l’Europa ha lanciato l’allarme. “Non è che si può dire di sì all’Ue solo quando si deve riformare l’articolo 18 o effettuare uno taglio delle pensioni o della spesa sociale – ha concluso – i dati Ue ci dicono che c’è un problema di precarietà e di bassi salari. E’ il momento di ascoltarla”. La situazione sociale ed economica, ha ribadito il leader della Cgil, è “esplosiva”. Anche il Governo ne è consapevole, tant’è che ha varato un provvedimento una tantum per mettere in busta paga, a luglio, 200 euro con un tetto di 35mila euro lordi l’anno. “Non bastano”. Vogliamo che questa situazione drammatica, che è peggiorata, si affronti in modo diverso – ha proseguito – c’è bisogno di un intervento più forte, servono misure straordinarie. Ci sono due strade e mezzo: innanzitutto rinnovare i contratti e, quindi, qui c’è un ruolo che devono avere anche le imprese. Per gli aumenti contrattuali non si può prendere come riferimento l’indicatore depurato dall’energia. L’aumento sia almeno collegato all’inflazione effettiva. C’è poi bisogno di agire sul fisco nell’immediato con una maggiore tassazione sugli extra-profitti e sulle rendite finanziarie. Lì ci sono risorse da poter andare a prendere. Non è inoltre scandaloso affrontare questa situazione con un contributo di solidarietà, che non è una patrimoniale. Poi fare una vera e propria riforma fiscale”. Infine, secondo Landini, “bisogna agire per sostenere i salari e cancellare la precarietà, altro male. E poi far ripartire gli investimenti”. Vis/Pie