Schinas: miei elogi al Qatar? Era la politica della Commissione Ue

Vicepresidente Esecutivo Ue: "Noi non improvvisiamo mai nulla"

DIC 13, 2022 -

Bruxelles, 13 dic. (askanews) – Il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, responsabile del portafogli per la “European Way of Life” ha difeso con forza, in conferenza stampa oggi a Strasburgo, il proprio operato e quello dell’Esecutivo comunitario, nel quadro dell’inchiesta in corso per corruzione che coinvolge membri e personale del Parlamento europeo e Ong, ribattezzata dalla stampa “Qatargate”. “Come ex eurodeputato e come cittadino europeo vorrei che questa istituzione – ha detto Schinas parlando dalla stampa del Parlamento europeo a Strasburgo – restasse il bastione della democrazia europea, qualcosa di cui tutti gli europei possano essere fieri. Questa settimana non c’è da essere fieri, c’è molta indignazione e frustrazione, tutto francamente giustificato”. “Sono lieto che il Parlamento europeo abbia agito immediatamente rispetto agli individui che sono sotto inchiesta, e che stia lavorando duramente per riguadagnare la fiducia che è andata perduta”, ha continuato il vicepresidente della Commissione, con rieferimento in particolare alla destituzione, decisa, della vicepresidente dell’Assemblea Eva Kaili, travolta dallo scandalo. “La Commissione – ha ricordato Schinas – aveva già proposto nel 2016 il registro di trasparenza obbligatorio per tutte le istituzioni”, per rendere di dominio pubblico tutti gli incontri con i rappresentanti di interessi. “Ci sono voluti cinque anni per ottenere l’accordo del Parlamento europeo e del Consiglio Ue, e la Commissione – ha rivendicato – è tuttora la sola istituzione che applica la regola ‘niente incontri senza registro’. Questo non va bene, non è abbastanza”. La Commissione, come ha annunciato ieri la sua presidente Ursula von der Leyen, “proporrà un ‘organismo etico dell’Ue’ per tutte le istituzioni europee”, ha detto ancora Schinas, e ha avvertito che quest’organismo “avrà bisogno di denti per mordere. Mi aspetto che questa volta non ci vogliano cinque anni perché entri in funzione. Ora – ha affermato – è il tempo delle riforme”. A una giornalista che chiedeva se fosse pentito di ciò che aveva scritto su Twitter a novembre, quando aveva elogiato i progressi compiuti dal Qatar sui diritti umani, il vicepresidente della Commissione ha risposto: “E’ il momento di essere chiari e semplici: ero alla cerimonia di apertura dei Mondiali in Qatar in rappresentanza della Commissione; quello è stato il primo evento sportivo globale dopo la pandemia di Covid e l’Ue non poteva mancare. Quindi da vicepresidente della Commissione ho difeso il modello sportivo europeo. Ero lì in piena trasparenza. Ho avuto discussioni con i capi delle federazioni calcistiche europee nazionali”. “Ogni mia dichiarazione pubblica, ogni mia singola parola sul Qatar, è pienamente compatibile con la politica della Commissione europea. Noi siamo la Commissione, non improvvisiamo, non inventiamo le nostre posizioni. Io ho religiosamente, scrupolosamente, riportato la politica della Commissione “, ha sottolineato Schinas. “E per quanto riguarda la famigerata questione delle riforme del diritto del lavoro – ha aggiunto -, io ho riportato non solo la posizione della Commissione, ma anche quella dell’Ilo (l’Organizzazione internazionale del Lavoro, agenzia Onu ndr), che ha un ufficio di 30 persone a Doha. E queste sono le prime persone che ho incontrato quando sono atterrato” in Qatar. Quindi, a chi chiedeva se avesse ricevuto dei regali dal Qatar, Schinas ha replicato: “Ho ricevuto un pallone da calcio, una scatola di cioccolatini e alcuni depliant celebrativi (‘memorabilia’ ndr) del Mondiale, che ho lasciato all’autista del taxi. Tutto era comunque sotto la soglia consentita” dalle regole per i commissari. Quanto ai doni della Commissione, “per avere il quadro completo, ho distribuito ai ministri del governo o ad altri che ho incontrato i noti regali di estremo lusso del nostro servizio di protocollo: una candela e un fermacarte”, ha concluso.