Bruxelles, 12 dic. (askanews) – “L’europarlamento è sotto attacco, la democrazia europea è sotto attacco, la nostra società libera e democratica è sotto attacco; i nemici della democrazia, per i quali la mera esistenza di questo parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla”. E’ l’allarme lanciato questo pomeriggio davanti alla plenaria di Strasburgo dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nel dibattito sulle indagini della magistrautra belga sulla presunta corruzione da parte di “un paese del Golfo” di eurodeputati, loro assistenti e dirigenti di Ong, lo scandalo ribattezzato dalla stampa “Qatargate”. “Questi attori malevoli legati a paesi terzi, questi autocrati, hanno dato armi alle Ong, ai sindacati e singole persone, agli assistenti e agli eurodeputati, per imbrigliare i nostri processi. Sono progetti malevoli, ma che sono falliti”, ha aggiunto Metsola, che poi ha rivendicato il ruolo che hanno svolto e stanno svolgendo i servizi dell’Europarlamento nelle indagini in corso, e ha ammonito gli eurodeputati a rifiutare la tentazione di strumentalizzare questo difficile momento a fini politici, per attaccare i propri avversari. “Stasera – aveva esordito la presidente del Parlamento europeo – non è esagerato dire che gli ultimi giorni sono stati i giorni più lunghi della mia carriera. Devo pesare molto bene le parole per non mettere a repentaglio le indagini in corso, e per non inficiare la presunzione di innocenza. Quindi peserò con accortezza le parole. Non mostrerò che sono infuriata, che sono adirata e dispiaciuta, ma questi sono i sentimenti che accompagnano la mia determinazione a rafforzare questa istituzione”. Metsola ha poi svelato che le indagini si stanno svolgendo da tempo con la collaborazione dei Parlamento europeo. “I nostri servizi, di cui sono veramente orgogliosa, hanno collaborato con le procure e con le gli apparati di giustizia nazionale per porre fine a questa attività criminale, e questo da molto tempo. In totale sincronia con le autorità, abbiamo fatto in modo che tutte le tappe fossero rispettate per salvaguardare le informazioni, e quando è stato il momento sono stati sequestrati gli apparecchi informatici e sono stati messi i sigilli agli uffici per permettere le perquisizioni”. “Io – ha ricordato – come previsto dalla Costituzione belga ho accompagnato un giudice durante una perquisizione”, quella dell’eurodeputato belga Marc Tarabella, che non è tra le persone fermate finora. “Bisogna rispettare la presunzione di innocenza”, ha osservato ancora Metsola, ricordando poi di privato la vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili “di qualsiasi mansione e responsabilità legate al ruolo di vicepresidente”, e di aver “convocato una riunione straordinaria della Conferenza dei presidenti” ovvero i capigruppo dell’Assemblea “per avviare la procedura ex articolo 21 per porre fine al mandato di vicepresidente” della stessa Kaili, “al fine di salvaguardare l’integrità di questa camera”. Queste parole sono state accolte dagli applausi della plenaria. “Oggi – ha riferito ancora la presidente del Parlamento europeo – era previsto l’avvio del negoziato per il mandato per la liberalizzazione dei visti per il Qatar e il Kuwait”; ma questa relazione “alla luce dell’indagine in corso viene rinviata in commissione”. Quanto alle stessa inchiesta Metsola ha avvertito che “non siamo in dirittura d’arrivo”, e ha assicurato: “Continueremo ad assistere il lavoro di indagine assieme ad altre istituzioni dell’Ue per tutto il tempo necessario. La corruzione Non può essere tollerata. “Noi – ha ribadito – abbiamo fatto il nostro dovere affinché questi piani non andassero in porto”. A questo punto, la presidente del Parlamento europeo ha lanciato un avvertimento molto importante agli eurodeputati: “Le accuse – ha detto – non riguardano la destra, la sinistra, il Nord o il Sud. Si tratta di operare bene o male. Quindi – ha sottolineato – vi incoraggio a resistere alla tentazione di sfruttare questo momento per vantaggi politici: non utilizzate questa minaccia in questo modo così gretto. Io come molti di voi faccio politica per lottare contro la corruzione per difendere i principi dell’Europa. Questo è un vero e proprio test per i nostri valori e per i nostri sistemi”. “Noi – ha affermato Metsola – affronteremo questa prova a testa alta. Non ci sarà impunità. I responsabili vedranno questo Parlamento schierato sul lato della Giustizia, e sono orgogliosa – ha insistito – per il ruolo e l’assistenza che forniamo nelle indagini”. Non intendiamo nascondere tutto sotto il tappeto; avvieremo – ha annunciato – un’indagine interna per esaminare tutti i fatti legati all’Europarlamento, e cercheremo di fare in modo che il nostro sistema sia ancora più a tenuta stagna” rispetto ai tentativi di corruzione. “E’ finito il ‘business as usual’: avvieremo un processo di riforma per quanto riguarda l’accesso alle nostre istituzioni: come vengono finanziate le Ong, quali sono i legami con i paesi terzi? Chiederemo maggiore trasparenza per quanto riguarda gli incontri con gli attori esterni e con quanti sono legati a loro”. “Intendiamo rivoltare ogni singola pietra di questo Parlamento: ho bisogno del vostro aiuto e abbiamo bisogno di tutelare quanti fanno da informatori. Cercheremo di fare in modo che il nostro sistema sia solidissimo in questo senso”. Ma ciò nonostante, ha osservato ancora Metsola, “ci sarà sempre qualcuno per cui per una borsa di denaro vale la pena correre il rischio. E’ fondamentale che queste persone capiscono che li coglieremo con le mani nel sacco, perché i nostri servizi funzionano; e queste persone si troveranno davanti alla giustizia, come sta venendo in questo caso”. E quanto agli “attori malevoli dei paesi terzi che pensano di poter comprare quello che vogliono”, che “l’Europa sia in vendita e che che possono controllare le nostre Ong”, queste persone sappiano “che troveranno l’ostacolo dell’Europarlamento sulla loro strada. Noi siamo europei e proteggeremo i nostri valori” ha concluso la presidente del Parlamento europeo.
Qatargate, Metsola: Strasburgo sotto attacco di nemici democrazia
Eurodeputati non sfruttino questa minaccia per vantaggi politici