Cina-Kazakistan Roma, 14 set. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping è arrivato oggi nella capitale del Kazakistan, Nur-Sultan, nella prima tappa del suo viaggio che lo porterà domani a Samarcanda, in Uzbekistan, dove prenderà parte al summit annuale dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) e incontrerà il presidente russo Vladimir Putin. Ma la tappa kazaka ha una sua rilevanza a parte, perché parliamo di un paese in cui di fatto Russia e Cina, altrimenti unite in una partnership in chiave anti-occidentale, si trovano in competizione geopolitica. Si tratta del primo viaggio fuori dal territorio cinese di Xi dall’inizio della pandemia. E l’incontro in presenza con Putin sarà il primo tra i due leader dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina: l’ultima volte si videro il 24 febbraio 2022 in occasione dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Pechino e allora Xi parlò di una partnership “senza limiti” tra Mosca e Pechino. A Nur-Sultan Xi è arrivato nel pomeriggio di oggi, secondo quanto hanno riferito i media di stato cinesi. E’ un ritorno in un luogo chiave per il presidente cinese, che proprio dalla capitale kazaka nel 2013 lanciò la sua iniziativa Belt and Road, per una nuova “Via della Seta” che ha definito la politica internazionale cinese durante tutta la sua presidenza. Xi è in vista di una riconferma a ottobre in occasione del Congresso del Partito comunista cinese, che gli accorderà un inedito terzo mandato al vertice del partito e della Repubblica popolare. Il Kazakistan ha rapporti importanti con la Cina, essendo paese di transito del gas che arriva dal Turkmenistan, oltre che un paese chiave nella strategica regione dell’Asia centrale che è fondamentale nelle strategie geopolitiche della Cina. Nel 2021 il commercio bilaterale sino-kazako ha raggiunto i 25 miliardi di dollari. Inoltre Pechino ha anche una quota importante di investimenti nell’economia kazaka, a partire dai settori del petrolio e gas, oltre che nelle energie rinnovabili e nell’automotive. Il Kazakistan, dal canto suo, vive una situazione piuttosto precaria. Se da un lato è tradizionalmente vicina alla Russia, la sua politica internazionale da sempre s’impone di essere neutrale. Così, con l’invasione russa dell’Ucraina, ha rifiutato di riconoscere le repubbliche autoproclamate di Lugansk e Donetsk e ha aderito alle sanzioni occidentali nei confronti di Mosca. Questo nonostante il regime kazako, a gennaio scorso, abbia goduto dell’appoggio militare russo nel reprimere le rivolte scopiate in quel frangente. Inoltre, con il rallentamento dell’economia russa, il Kazakistan sta cercando una via per compensare la situazione e alllentare la sua eccessiva dipendenza da Mosca, bussandlla alla porta del partner più a portata di mano: la Cina. In particolare, a Nur-Sultan interessa trovare un altro sbocco per il suo petrolio su un mercato internazionale, in un momento in cui l’oleodotto che porta il greggio kazako in Russia è fermo per “riparazioni”. Un’ipotesi è quella di aprire una nuova rotta attraverso il mar Caspio che porti direttamente alla Cina. E in questo senso si rientrerebbe in pieno negli obiettivi Belt and Road.
Xi arriva in Kazakistan, dove Pechino è in concorrenza con Mosca
Poi andrà a Samarcanda, dove vedrà Putin