Roma, 19 gen. (askanews) – La Bce tira dritto sui rialzi ai tassi di interesse. Mentre dai verbali del Consiglio di dicembre emerge che quello da 50 punti base operato in quella occasione è stato oggetto di una intensa discussione e alla fine di una trattativa vera e propria. In cui la contropartita di questo aumento – leggermente più contenuto dei due precedenti, da 75 punti base – è stata quella di dire in maniera chiara ai mercati che i rialzi proseguiranno ancora in maniera “significativa” e ad un ritmo costante. Lo si evince dai verbali del Consiglio del 15 dicembre, pubblicati oggi dall’istituzione monetaria. E proprio oggi, la presidente Christine Lagarde ha spazzato via le ipotesi di un imminente rallentamento della manovra alla luce dei recenti cali dell’inflazione, che invece “resta ben troppo alta”, ha detto. Secondo i verbali del Consiglio, “inizialmente, un ampio numero di componenti hanno espresso la preferenza per aumentare i tassi di 75 punti base, dato che era chiaramente prevista una inflazione troppo alta – si legge – e che le attese prevalenti dei mercati sulle condizioni finanziarie erano che fossero inconsistenti con un ritorno all’obiettivo della Bce del 2%”. Secondo questi banchieri centrali alzare i tassi in misura minore “avrebbe inviato il messaggio sbagliato”. Al tempo stesso “alcuni componenti del consiglio hanno tuttavia espresso la loro disponibilità a concordare un aumento da 50 punti base se una maggioranza avesse appoggiato la proposta (del capo economista Philip) Lane di rafforzare la comunicazione del Consiglio con l’indicazione che avrebbe continuato ad alzare i tassi in maniera significativa un ritmo costante”. Perché “questo è stato sotto molti equivale ad alzare i tassi di 75 punti base”. Alla riunione, prosegue il documento, è stato anche rilevato che i tassi si stanno avvicinando al livello ritenuto di neutralità e che aumenti da 50 punti base saranno in grado di portarli “velocemente a livelli sufficientemente restrittivi”, e che comunque un aumento di questa portata elevato per gli standard storici. E possibilmente proprio alla luce di questo inconsueto scambio, oggi Lagarde ha stroncato in maniera abbastanza drastica alcune ipotesi di stampa su un imminente rallentamento della manovra restrittiva. “Sull’inflazione abbiamo numeri ben troppo alti. So che tanti giornalisti hanno detto che i numeri sono scesi di recente ma dobbiamo guardare a tutte le misure, anche all’infrazione di fondo che è altrettanto importante. E l’inflazione, per tutte le misure, resta ben troppo alta. La nostra determinazione alla Bce di è di portarla al 2% in maniera tempestiva di prendere tutte le misure che servono per farlo”, ha affermato intervenendo al World Economic Forum, a Davos. “Per questo abbiamo alzato i tassi e restiamo in questa direzione finché saremo arrivati a un livello sufficientemente restrittivo da riportarla al target in maniera tempestivo”, ha aggiunto. L’unico elemento di moderazione concesso da Lagarde è sulle attese di inflazione: “è il fattore chiave, e non stiamo vedendo le aspettative di inflazione disancorarsi in nessun modo significativo”. Sempre secondo i verbali, anche sul ritmo di riduzione degli stock di titoli in portafogli, che da marzo la Bce inizierà a diminuire di 15 miliardi di euro al mese, a dicembre alcuni componenti del Consiglio hanno espresso la preferenza per muoversi più rapidamente. Tuttavia altri hanno avvertito che agire troppo rapidamente avrebbe potuto far riemergere frammentazioni di mercato nell’area euro e che lo strument primario contro l’inflazione resta quello del rialzo dei tassi, mentre le misure sulla mole del bilancio (Quantitative Tightening) sono unicamente un adattamento di queste stesse alla linea sul costo del danaro.
Lagarde ribadisce l’impegno a rialzi “significativi” dei tassi
Da verbali Consiglio emerge la contropartita delle ultime decisioni