Milano, 5 gen. (askanews) – Gli anni della pandemia da Covid 19 non hanno fermato l’innovazione al femminile in Italia. A settembre 2022 Unioncamere ha censito 2mila startup innovative a guida femminile, 572 in più rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019: una accelerazione del 40%. Come mostrano i dati elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, si legge in una nota, le innovatrici rappresentano il 13,6% del totale delle startup, una quota analoga a quella registrata due anni prima (13,5%). “La crescente propensione delle donne a impegnarsi in settori imprenditoriali più innovativi, oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini, è un fatto certamente positivo”, ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, scegliendo di laurearsi in discipline Stem, oggi tanto ricercate dalle imprese”. Oltre il 70% delle duemila imprese femminili opera nei servizi alle imprese (1.455). Poco più del 15% invece nelle attività manifatturiere (306) e il 4,6% nel commercio (91). L’innovazione al femminile ha il suo cuore pulsante in quattro regioni: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204), Emilia Romagna (143). Al di là dell’ecosistema dell’innovazione, Unioncamere fa sapere che a fine settembre 2022, le imprese femminili sono più di 1 milione 342mila e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana. Le imprese femminili sono più diffuse al Centro e nel Mezzogiorno, dove rappresentano oltre il 23% dell’imprenditoria totale, con punte del 27% nel Molise, del 26% in Basilicata, di oltre il 25% in Abruzzo e di più del 24% in Sicilia e in Umbria.
Innovazione, Unioncamere: 2mila startup al femminile, +40% dal 2019
Prete: sempre più giovani seguano esempio scegliendo discipline Stem