Cna Veneto: ancora nuvole sul 2023, imprenditori in emergenza

Tre nodi: aumento inflazione e costi energia, superbonus, Pnrr

DIC 28, 2022 -

Venezia, 28 dic. (askanews) – Le ottimistiche previsioni per il 2022 di una netta ripresa dell’economia veneta che finalmente usciva dalla pandemia, nel giro di nemmeno sessanta giorni si sono capovolte a causa del conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato lo scorso 24 febbraio. Una guerra alle porte dell’Europa che ha messo in crisi qualsiasi previsione di ripresa, anche considerando il fatto che il nostro Paese per gli approvvigionamenti energetici dipendeva pressoché interamente dalla Russia e che le esportazioni manifatturiere del Veneto verso Russia ed Ucraina ammontavano nel 2021 a quasi 1,7 miliardi di euro, pari al 2,5% del valore complessivo dell’export regionale, circa il 60% attribuibili alla meccanica e al sistema moda. Secondo i dati elaborati dall’osservatorio Economia e territorio di Cna Veneto, tre sono stati i nodi più pressanti in questo 2022: l’aumento dell’inflazione trainata dal rincaro dei costi energetici; il Superbonus; l’attuazione del Pnrr in base alle risorse allocate al Veneto. L’aumento dei costi dell’energia letteralmente arrivati alle stelle – rincari di +215% per l’energia elettrica e di +237% rispetto allo stesso periodo del 2021 e, per il gas, addirittura del +1.180% nei confronti del livello registrato nel periodo gennaio-ottobre 2020 – hanno determinato la faticosa risalita dell’economia delle imprese con una pesantissima ricaduta sulle imprese artigiane del comparto agroalimentare, del manifatturiero e sulle le imprese energivore. Se l’economia del comparto casa aveva in qualche modo innestato la marcia grazie al Superbonus, le innumerevoli modifiche – ben 16 in poco più di due anni ­- hanno messo in serie difficoltà sia imprese che committenti. Ciò nonostante il Veneto è stata tra le regioni che meglio hanno gestito l’utilizzo di questo strumento fiscale, con 40mila asseverazioni (un picco nel mese di settembre 2022 con 7.122 interventi avviati), il 75,4% di lavori completati per oltre 4 miliardi di euro ed un importo medio degli investimenti in detrazione di circa 134.000,00 euro. (Segue)