Bruxelles, 19 dic. (askanews) – “Abbiamo compiuto la nostra missione, abbiamo l’accordo”. Così ha esordito il ministro ceco dell’Industria e Commercio, Jozef Sikela, presidente di turno del Consiglio Energia, nella conferenza stampa in cui ha annunciato l’accordo fra gli Stati membri sul tetto al prezzo, o meglio sul “meccanismo di correzione del mercato” del gas, questo pomeriggio a Bruxelles. “Sono orgoglioso – ha continuato Sikela – del fatto che la presidenza di turno abbia finalmente risolto l’ultimo pezzo del puzzle energetico; ancora una volta abbiamo dimostrato che siamo in grado di rispettare gli impegni. Per l’accordo di oggi non c’era solo la richiesta proveniente dal Consiglio europeo della scorsa settimana; ma questo era un nostro dovere soprattutto nei confronti dei nostri cittadini e delle nostre imprese che aspettavano che finalmente agissimo”. “I negoziati – ha rilevato il ministro ceco – non sono stati semplici, c’è voluto molto tempo per presentare la proposta, e so che per alcuni paesi non è stato facile. Ci è voluto anche del tempo per concordare qualcosa che ritengo sia un compromesso equilibrato, con rinunce altrettanto dure in ciascuno dei due campi contrapposti”. “Oggi – ha riferito Sikela – abbiamo concordato un meccanismo temporaneo efficace e realistico che proteggerà i cittadini e le imprese dai prezzi eccessivi del gas che abbiamo visto quest’estate. Allo stesso tempo abbiamo inserito delle salvaguardie che garantiranno che il mercato europeo rimanga competitivo e attrattivo per i fornitori di gas”. “Come funzionerà? Il meccanismo – ha spiegato – si attiverà al verificarsi di due condizioni: la prima è che il prezzo del Ttf (l’indicatore del mercato del gas europeo alla Borsa di Amsterdam, ndr) superi i 180 euro per MWh per tre giorni lavorativi consecutivi; la seconda è che la differenza tra il prezzo Ttf e il prezzo di riferimento del Gnl (gas naturale liquefatto, ndr) sui mercati globali sia superiore a 35 euro, per gli stessi tre giorni. Una volta innescato, il meccanismo rimarrà attivo per almeno 20 giorni lavorativi”. “A questo punto – ha aggiunto Sikela -, vorrei sottolineare che il prezzo di 180 euro non è un tetto assoluto, e che il prezzo del gas può ancora restare su valori vicini a questo livello” e quindi anche superiori, nell’indice Ttf, senza far scattare il meccanismo di correzione, “se i mercati del Gnl hanno un prezzo superiore a 145 euro per MWh”. Questa cifra risulta dalla presa in conto dello “spread” oltre i 35 euro fra il prezzo Ttf e quello sui mercati del Gnl (180 euro è la somma di 145+35 euro). In altre parole, se il Gnl è quotato 145 euro per MWh e oltre, il tetto di 180 euro per il Ttf può essere superato, e il vero tetto diventa la somma del prezzo del Gnl più i 35 euro previsti dal limite dello spread. “Il meccanismo garantisce che il prezzo non salga alle stelle rispetto al prezzo effettivo del Gnl, più un ‘sovrapprezzo’ di 35 euro. In altre parole, non si tratta di un limite fisso ma di un tetto dinamico”, ha rilevato Sikela. “Vorrei sottolineare – ha detto ancora il presidente di turno del Consiglio Energia – che questa proposta non riguardava solo il livello del tetto di prezzo: si trattava anche di assicurarsi che il meccanismo non andasse a scapito della sicurezza dell’approvvigionamento o della stabilità dei mercati finanziari europei. Ecco perché abbiamo inserito diverse salvaguardie nel testo: per garantire che possa essere rapidamente, e in alcuni casi, automaticamente disattivato”, ciò che può avvenire “quando il prezzo fisso più il sovrapprezzo scenderà nuovamente sotto i 180 euro, e nel caso in cui la Commissione dichiari lo stato di emergenza”. “Il meccanismo – ha precisato Sikela – può essere sospeso anche in caso di aumento dei consumi di gas, diminuzione degli scambi sul mercato Ttf o tra gli Stati membri, diminuzione delle importazioni trimestrali di Gnl”. “C’è stata – ha riferito ancora il ministro ceco – una lunga discussione sul campo di applicazione: gli Stati membri hanno concordato che il meccanismo si applicherà ai derivati anche a due mesi, a tre mesi e a un anno dei contratti sul mercato Ttf”, mentre la proposta della originaria della Commissione prevedeva solo i derivati a un mese. Inoltre, il paniere degli indicatori del prezzo del Gnl “comprenderà tutti gli ‘hub’ dei mercati dell’Ue, con la possibilità per la Commissione di escluderne eventualmente qualcuno”. “La discussione più lunga che abbiamo avuto – ha rivelato Sikela – oggi non ha riguardato il livello del prezzo massimo, ma la data di entrata in vigore del meccanismo (che la Germania voleva ritardare, ndr), e poi come garantire un monitoraggio e una valutazione sufficienti del sistema prima e dopo la sua attivazione”. Alla fine, ha concluso il ministro ceco, “il regolamento entrerà in vigore il primo febbraio 2023 e il meccanismo si applicherà dal 15 febbraio”. Questo cambio di data ha permesso di ottenere il voto positivo della Germania, durante il voto che ha approvato l’accordo a maggioranza qualificata, con l’astensione dell’Olanda e dell’Austria e il voto contrario della sola Ungheria. La conclusione positiva dell’accordo ha permesso poi di dare il via libera ad altri regolamenti su cui c’era già un consenso dei dei Ventisette, ma che i paesi favorevoli al “price cap” avevano tenuto in sospeso, considerandoli come parte di un pacchetto unico: il regolamento sulla piattaforma per gli acquisti congiunti delle forniture di gas (che domani avrà la sua riunione inaugurale); le norme sulla solidarietà fra gli Stati membri in caso di crisi degli approvvigionamenti; e il regolamento d’urgenza per accelerare notevolmente le procedure di autorizzazione delle rinnovabili, in certe aree dedicate o in certe applicazioni specifiche (come il fotovoltaico sui tetti). In quest’ultimo caso, la Germania ha chiesto e ottenuto un’accelerazione ancora maggiore dei tempi previsti, che era un’altra sua richiesta in cambio del voto favorevole al “price cap” del gas.
Ecco come funzionerà il “price cap” europeo sul gas
Il ministro ceco Sikela: "Missione compiuta, abbiamo l'accordo"